Lou Salomé fu l’egeria di Nietzsche e la musa di Rilke, oltre
che del dimenticato Paul Rée, nonché un’ammiratrice critica apprezzata di
Freud, dicono gli annali. Niente male. Ma di Nietzsche no, questo si sa altrimenti: non le piaceva, troppo agitato e arruffato, lei di venti anni lui di trentotto, e non fece nulla per adescarlo - Nietzsche fece tutto da solo, due proposte di matrimonio, istituzione che Lou aborriva, e a freddo (non è nemmeno vero che Nietzsche fosse innamorato, se si legge la corrispondenza). Fu anche d’ingegno, indubbiamente, per
reggere tali confronti, e per qualche suo scritto, anche su Nietzsche. Ma era una bella donna, che amò innamorare mezza
Europa, tra Roma, dove debuttò, in vacanza di studio da San Pietroburgo e dalla
prima affaire inconclusa, a Berlino, Bayreuth,
Monaco, Vienna, Parigi.
Non
è qui il luogo per occuparsi di Lou Salomé. Ma i due anni di trepidazioni e di convivenze
sono conclusi da Nietzsche con un susseguirsi amarissimo di vituperi, rimproveri,
invettive, ritrovato tra le sue carte: una delusione che lascerà molte brutte tracce.
La
vicenda, che i biografi minimizzano, quelli di Nietzsche e quelli di Lou,
emerge netta e brutta tra le righe di questa raccolta. Sono lettere e appunti
di Nietzsche e di Lou. In originale, ritradotti. Più, nell’introduzione e in
due serie di succosissime note, molte altre lettere e ritratti di personaggi
legati a Nietzsche e Lou nella stessa vicenda: Rée in primo luogo, “Peter Gast”,
Malwida von Meysenburg, Pfeiffer, il curatore degli appunti autobiografici di
Lou, e altri.
Con
tecnica frammentaria - un’introduzione, piena a sua volta di lettere e seguita
da lunghe note, la corrispondenza, anch’essa assortita da lunghe note, e un’appendice
con i veleni di Nietzsche - e costruzioni curiosamente asintattiche, Elena Pastorino
ci costruisce un romanzo. Non uno storione, anzi un’opera di fine filologia, ma
drammatica. Attorno alla Triade o Triangolo, il progetto di convivenza con Rée
e Lou che Nietzsche ideò a accarezzo per tutto il 1882. Sicuramente per poter
stare vicino a Lou, che lo aveva rifiutato a Roma e al lago d’Orta.
Nella speranza di riattivare l’intimità negata per il tramite di Rée, con cui invece Lou aveva un rapporto libero, essendone innamorata, e anche intimo - Nietzsche non ha inventato il Triangolo, si è intromesso in un progetto di convivenza, senza matrimonio, che Lou Salomé e Paul Rée avevano da tempo.
Una
speranza senza fondamento. E le ingenerosità di Nietzsche confermano la giustezza delle riserve di Lou Salomé. “Se io ho sofferto molto”, Nietzsche si scrive alla
fine, “ tutto questo per me non è niente di fronte alla domanda: se lei ritrova
se stessa, cara Lou, oppure no.
“Non
mi ero mai circondato di p(ersone) come Lei
Incolta
– ma brillante
Ricca
nello sfruttare ciò che sa
Senza
gusto, ma naïf in questa mancanza…. “, più un altro centinaio di invettive
analoghe, in lettere non spedite.
Friedrich Nietzsche-Lou Andreas-Salomé, Da quali stelle siamo caduti?, il
melangolo, pp. 239 € 10
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