martedì 7 maggio 2019

L'amore di Nietzsche calpestato

Un Nietzsche hater, poco meno che femminicida. Una Lou allumeuse, capricciosissima. Fino a brigare un posto alla prima del “Parsifal” a Bayreuth, dove non capisce nulla e non le interessa nulla, ma non è il posto che Nietzsche più odia, che lo ha allontanato da Wagner? Non è la sola noncuranza: “Da quali stelle siamo caduti qui uno di fronte allaltra?”, la frase famosa che Nietzsche pronuncia a San Pietro dopo averci trovato, arrivando in fretta da Messina, la bionda promessa Lou Salomé in discussione filosofica, al fresco, con Paul Rée, bello e amabilissimo, appollaiato su un  inginocchiatoio, suona alla fine “di quali stelle siamo le schegge, i relitti”.
Lou Salomé fu l’egeria di Nietzsche e la musa di Rilke, oltre che del dimenticato Paul Rée, nonché un’ammiratrice critica apprezzata di Freud, dicono gli annali. Niente male. Ma di Nietzsche no, questo si sa altrimenti: non le piaceva, troppo agitato e arruffato, lei di venti anni lui di trentotto, e non fece nulla per adescarlo - Nietzsche fece tutto da solo, due proposte di matrimonio, istituzione che Lou aborriva, e a freddo (non è nemmeno vero che Nietzsche fosse innamorato, se si legge la corrispondenza). Fu anche d’ingegno, indubbiamente, per reggere tali confronti, e per qualche suo scritto, anche su Nietzsche. Ma era una bella donna, che amò innamorare mezza Europa, tra Roma, dove debuttò, in vacanza di studio da San Pietroburgo e dalla prima affaire inconclusa, a Berlino, Bayreuth, Monaco, Vienna, Parigi. 
Non è qui il luogo per occuparsi di Lou Salomé. Ma i due anni di trepidazioni e di convivenze sono conclusi da Nietzsche con un susseguirsi amarissimo di vituperi, rimproveri, invettive, ritrovato tra le sue carte: una delusione che lascerà molte brutte tracce.
La vicenda, che i biografi minimizzano, quelli di Nietzsche e quelli di Lou, emerge netta e brutta tra le righe di questa raccolta. Sono lettere e appunti di Nietzsche e di Lou. In originale, ritradotti. Più, nell’introduzione e in due serie di succosissime note, molte altre lettere e ritratti di personaggi legati a Nietzsche e Lou nella stessa vicenda: Rée in primo luogo, “Peter Gast”, Malwida von Meysenburg, Pfeiffer, il curatore degli appunti autobiografici di Lou, e altri.
Con tecnica frammentaria - un’introduzione, piena a sua volta di lettere e seguita da lunghe note, la corrispondenza, anch’essa assortita da lunghe note, e un’appendice con i veleni di Nietzsche - e costruzioni curiosamente asintattiche, Elena Pastorino ci costruisce un romanzo. Non uno storione, anzi un’opera di fine filologia, ma drammatica. Attorno alla Triade o Triangolo, il progetto di convivenza con Rée e Lou che Nietzsche ideò a accarezzo per tutto il 1882. Sicuramente per poter stare vicino a Lou, che lo aveva rifiutato a Roma e al lago d’Orta. Nella speranza di riattivare l’intimità negata per il tramite di Rée, con cui invece Lou aveva un rapporto libero, essendone innamorata, e anche intimo - Nietzsche non ha inventato il Triangolo, si è intromesso in un progetto di convivenza, senza matrimonio, che Lou Salomé e Paul Rée avevano da tempo.
Una speranza senza fondamento. E le ingenerosità di Nietzsche confermano la giustezza delle riserve di Lou Salomé. “Se io ho sofferto molto”, Nietzsche si scrive alla fine, “ tutto questo per me non è niente di fronte alla domanda: se lei ritrova se stessa, cara Lou, oppure no.
“Non mi ero mai circondato di p(ersone) come Lei
Incolta – ma brillante
Ricca nello sfruttare ciò che sa
Senza gusto, ma naïf in questa mancanza…. “, più un altro centinaio di invettive analoghe, in lettere non spedite.
Friedrich Nietzsche-Lou Andreas-Salomé, Da quali stelle siamo caduti?, il melangolo, pp. 239 € 10

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