Autobiografismo
– “Si potrebbe dire di un’autobiografia: questo lo scrive un
dannato dell’inferno”, L. Wittgenstein, “Movimenti del pensiero”, 51.
Carlo
Botta - Dimenticato è l’autore della “Storia
d’Itali”, che nel 1830 sbaragliò il Gran Premio della Crusca. Costringendo Manzoni a
ritirare “I promessi
sposi”, la prima edizione. Mentre Giacomo Leopardi, che aveva estremo
bisogno dei mille scudi in palio, ottenne per le “Operette
morali” un solo voto.
Nibelunghi – Un ciclo epico, che non si
presta alla drammatizzazione. È il parere articolato di Wittgenstein,
musicologo forbito, nel diario che tenne a Cambridge nel 1930-22. Per un
motivo: certa materia recalcitra alla forma. “Curioso è vedere come la materia
si opponga alla forma”, è l’annotazione del filosofo. Che la corrobora col
ciclo teutonico: “La materia dei Nibelunghi si oppone alla forma
drammatica. Essa non vuole diventare un
dramma e non diventa un dramma, e si arrende solo là dove il poeta o il compositore si decide a
diventare epico”. Questo effetto Wittgenstein vede ne “L’anello dei
Nibelunghi”, il Festspiel di Wagner:
“I soli luoghi durevoli e autentici nell’«Anello» sono quelli epici, nei quali
o il testo o la musica narrano”.
La conclusione è ironica: “Perciò le
parole dell’ «Anello» di maggiore effetto sono quelle delle didascalie per la
messinscena”.
Nietzsche – Tenne nascosto a lungo a
casa, alla temibile sorella minore Elizabeth e alla madre Franziska, l’incontro
fatale con Lou Salomé. “Cosi mi mantengo più indipendente”, scriveva alla sua
fiamma. Era il 1882, aveva 38 anni, e baffoni spioventi, che gli coprivano la
bocca e il mento, come un tricheco. Li portava spiritosamente: nelle foto di
quell’estate sembra rigenerato, imbellito. Perfino alto, benché non lo fosse,
con un sguardo sereno, sicuro.
Ma sapeva il suo problema: “I solitari
come me devono abituarsi
lentamente anche alle persone che per loro
sono le più care”. Amava Lou, sentiva il bisogno di una relazione stabile, ma
non sapeva vivere che da solo - si era abituato a vivere da solo.
Monopolizzato, volgarizzato, in Italia
da D ‘Annunzio. È per questo, anche, che D’Annunzio diventa dannunziano, un
ducetto, estetizzante. Mentre Nietzsche passa per santo patrono, incubatore e
pronubo, dei destini eccezionali – il nostro.
Antesignano di Trump? È la tesi di Paul
Mason, sotto un titolo apparentemente anodino, “”Reading Arendt is not enough”.
Dopo esserlo stato di Hitler e del nazismo Andando perfino oltre a quanto
Elizabeth Förster-Nietzsche aveva voluto del fratello: “Nietzsche è il filosofo
universale della politica reazionaria... Dice all’élite che le élite sono
necessarie, ed è brutalmente chiaro che questo richiede una forma di apartheid
sociale nel quale la maggior parte delle persone svolge «lavoro forzato»….
Idoltra il «tipo criminale»: per essere un supereroe al gangster manca
solo «la giungla, una certa forma della natura
più libera e più pericolosa», nella quale possa dimostrare che «tutti i grandi
uomini sono stati criminali e il crimine è parte della grandezza»”. E non è
finita. “Perché questo importa? Perché, se vogliamo tracciare il filo che lega
la barbarie del periodo coloniale, la diffusa adozione dell’irrazionalismo tra
gli intellettuali europei degli anni 1920, l’ascesa dei nazisti al potere alla
contemporanea vera-destra, esso si
radica, soprattutto, nella dottrina dell’amoralismo e della supremazia
biologica predicata da Nietzsche”.
Mason, eretto a filosofo in Italia, è un
“giornalista, regista e personaggio radio” che con questo saggio promuove il
suo ultimo libro, “A clear bright future: a radical defense of the human
being”. Ma assimila Nietzsche a Hitler, nonché a Trump. Aggiugendovi una
lettura strepitosa di Hannah Arendt, strepitosamente assassina: Arendt è una
hitleriana in petto, che vuole
“salvare” la Germania dall’ignominia: “Non importa quante cause progressiste ha
patrocinato, la sua era una visione contaminata dall’ammirazione per la
tradizione reazionaria tedesca nella filosofia cominciata da Friedrich
Nietzsche” – a Hitler, nonché a Trump.
Troppe scemenze in due righe. Ma non
solo dal Saggiatore e da Mimesis, Mason è accreditato pensatore dalla “New York
Review of Books”, rivista e casa editrice rispettabile, che il suo saggio
ospita in apertura:
Poi si dice che è tutta colpa di
internet e dei social, che hanno
aperto gli stazzi.
Lou Salomé – L’amore che non fu di
Nietzsche gli veniva così descritta, quando era scappato a Messina, da Paul
Rée, amico di entrambi, che conosceva Lou da prima di Nietzsche: “È un essere
energico, incredibilmente astuto, con le qualità più femminili, quasi
infantili”.
Sherlock Holmes – Raffles, il ladro gentiluomo, nonché giustiziere e giudice, inventato
da W.E.Hornung a fine Ottocento, subito dopo Sherlock Holmes, è l’antitesi
dell’investigatore che sa tutto. Hornung non per caso era cognato di Conan Doyle,
ne aveva sposato la sorella.
Tedeschi - “Devo
ben pagare il fatto di essere tedesco; è nel carattere dei tedeschi che essi
diventino pesanti sopra ogni cosa, che ogni cosa diventi pesante su di loro” –
Goethe, “Wilhelm Meister”.
letterautore@antiit.eu
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