Il danno è evidente. Alla stessa politica della giusta
informazione, della pubblicità degli atti pubblici, che viene piegata a
beneficio della speculazione, del mercato delle voci. Ma di più, evidentemente,
alle banche e alle economie prese di mira. L’esigenza di pubblicità – rendere pubbliche
le istanze, i dibattiti, e le decisioni -
che è benemerita, è disastrosa in materia monetaria. Per un “mercato” cioè che vive
di voci – anticipazioni, indiscrezioni, preannunci, intenzioni mascherate (c’è
anche questo, molti commissari Ue giocano sporco).
In materia monetaria la discrezione è la regola.
Questi
comportamenti sono sanzionabili per legge: l’insider trading, la distorsione
del mercato, l’aggiotaggio. In diritto internazionale configurano un atto ostile. Ma l’ideologia dell’euro ha silenziato, oltre i
media, anche la giustizia. E poi, non siamo in una Europa unita, tutti una famiglia eccetera? Tutto è permesso, ma a danno di alcuni.
L’altro limite dell’euro
riguarda un aspetto che è soprattutto italiano: la mancata stabilizzazione dei
debiti nazionali prima del varo dell’euro. Un errore – anche Ciampi commetteva
errori, anche Prodi – che può riuscire fatale all’Italia, per soffocamento. Il consolidamento è ora difficile, e anzi, secondo le prefiche dell’euro,
impossibile. Certamente lo è nell’attuale fase dell’Unione, molto mercantilista sotto la guida di Merkel (mors tua vita mea, la Germania anzitutto).
Una moneta ben governata lo consentirebbe, e anzi lo imporrebbe.
Ma il problema peggiore che l’euro pone - e il fiscal compact che gli sta dietro - è
l’abolizione della discrezione, che in
materia monetaria è invece essenzale – ne è la sostanza, la moral suasion. Peggiore perché risolvibile, se non per legge, come
dovrebbe, almeno per un minimo di accordo politico. Ma non si fa e non si farà.
Il difetto peggiore di questa Europa, di cui non si vede la fine neanche con la punizione del voto, già dismesso, dopo appena 48 ore di apnea, è il “gioco al massacro” delle sue “autorità”, sotto la maschera del dovere istituzionale. Di fatto, è come se l’euro fosse stato costituito per giocare a favore della speculazione, fonte quale è inesauribile di indiscrezioni e minacce.
Il difetto peggiore di questa Europa, di cui non si vede la fine neanche con la punizione del voto, già dismesso, dopo appena 48 ore di apnea, è il “gioco al massacro” delle sue “autorità”, sotto la maschera del dovere istituzionale. Di fatto, è come se l’euro fosse stato costituito per giocare a favore della speculazione, fonte quale è inesauribile di indiscrezioni e minacce.
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