venerdì 31 maggio 2019

L’inutilità della guerra – racconto di Resistenza

La Francia e la Germania come la Bella e la Bestia della favola. Una favola della Resistenza, oggi lettura dell’obbligo a scuola, pubblicata alla macchia nel 1940, dopo essere stata destinata a una rivista clandestina, “La pensée libre”, che Vercors e Jean de Lescure progettavano, ma che la Gestapo aveva sequestrato prima che il primo numero uscisse, e subito di larga lettura, anche fuori della Francia, malgrado il regime di censura. Una breve prosa, con una lunga introduzione di Gabriella Bosco, che è il racconto del racconto.
Nato alle lettere come caricaturista, per via delle “21 ricette pratiche di morte violenta”, che nel 1922, a vent’anni, disegno per addolcire una ragazza di cui s’era innamorato  - salvo smuoverne invece il riso, suo e degli altri amici. E autobiografico a cinquant’anni, per interposta persona, “Io, Aristide Briand”. Ha esordito, subito famoso, con questo racconto. Quando il partito Comunista francese in guerra lanciò una rivista culturale, “La pensée libre”, cui lui aveva aderito e altri invece no, scrisse il primo numero da solo, insieme con Pierre de Lescure, e tra i tanti scritti del primo nmero incluse questo “Silenzio del mare”. Era il suo primo racconto, a quaranta e passa anni. “La pensée libre” fu però sequestrata dagli occupanti tedeschi prima dell’uscita. E allora Vercors pensò, con Lescure, alle Éditions de Minuit, che pubblicherà le maggiori opere letterarie francesi negli anni dell’occupazione tedesca. Jean Bruller di nome, per il suo proprio anonimato scese Vercors, il gruppo delle Prealpi nel Delfinato. Personalità forte, grande organizzatore negli anni della Resistenza, finirà nel 1991, dimenticanto.
Una favola vera. Un racconto surreale reale. Che si apprezza di più conoscendo l’aneddoto che ne è esca. “Vercors”, la sua famiglia, la casa di famiglia al paese, aveva un inquilino indesiderato, un militare tedesco, durante l’occupazione. Che però  era beneducato, servizievole, premuroso, salutava sempre per primo, offriva senza iattanza cibi e leccornie. Un giorno che il futuro Vercos lo incontrò mentre passeggiava con un amico della Resistenza, il tedesco salutò gentile, e Vercors fece finta di non vederlo. Insomma, un modo fuori dai canoni di essere nemici. La militanza di “Vercors” comincia con questo racconto controcorrente, sulla logica Amico\Nemico, d’immediata larga popolarità..
Vercors, Il silenzio del mare, Einaudi, pp. XXIV + 51 € 8

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