Si va al voto europeo tra due
settimane con un dibattito consistente su una nuova fondazione dell’Unione. Un
terzo passaggio dopo la caduta del Muro: dopo il decennio dell’euro, il
decennio dell’allargamento a Est – un quarto passaggio, considerando il decennio
ultimo della crisi anch’esso un modo d’essere dell’Unione, benché non fortunato.
Discutono i candidati alla
presidenza delal Commissione, alla testa dei partiti e dei raggruppamenti europei.
Francia e Germania hanno firmato un trattato per il rilancio, il trattato di
Aquisgrana. Si delinea un riassestamento del rapporto con gli Stati Uniti.
Perfino il Rassemblement National francese di Marine Le Pen si dà carico di una visione dell’Europa prossima futura – con un documentato-manifesto di 75 pagine
sul rilancio del’ Europa delle nazioni, vecchio artificio di De Gaulle per
evitare il rifiuto di un’Europa federata e federale, le difficoltà dell’ultimo
decennio imputando non più all’euro, moneta ora accettata, ma alla struttura
istituzionale.
Si rispolvera per l’Europa un “momento
machiavelliano”. Cioè di un nuovo assetto, di reazione-adeguamento alla mutate condizioni
mondiali. Il temine è stato coniato, nel 1975, dallo storico neozelandese John
Pocock per l’Italia del Rinascimento - e per l’Inghilterra della guerra civile,
per gli Stati Uniti fino ala guerra civile – quando un seguito di eventi eccezionali
e irrazionali, incontrollati, posero la necessità di difendersi attaccando,
affermando nuove forme di sovranità. Viene riproposto da uno storico olandese, Luuk
van Middelaaar, e da Thomas Gomart, il direttore dell’Istituto Francese di Relazioni Internazionale, in una diagnosi che l’“Economist” fa propria: “L’Unione ha
riscoperto il senso di una missione”.
S’impone la formula macroniana
dell’“Europa che protegge”. Un primo passo è stato il voto al Parlamento di
Strasburgo per una vera guardia di frontiera e costiera europea.: si va a
dotare l’agenzia Frontex di un corpo di polizia permanente. Nello stesso senso
si discute di rivedere il rapporto con gli Stati Uniti. Per una deriva dell’atlantismo
già avviata prima di Trump e l’America first, non caratteriale cioè, non
momentanea. Senza rinunciare all’atlantismo e al rapporto privilegiato con gli
Usa: l’Occidente è una concezione politica cui nessuno nel dibattito vuole
rinunciare. Una Europa sulle proprie gambe, ma con gli Usa.
L’Occidente è concetto
irrinunciabile specie in Germania. Sia a destra che a sinistra. La Germaia vuole consolidare la sua “marcia verso
l’Occidente”, che l’ha resa così prospera in questo dopoguerra. Sconfiggendo perfino
il Grande Nemico a Oriente, il comunismo e il mondo slavo.
L’Italia si segnala in questo dibattito per esserne totalmente fuori.
Non solo nel governo e nelle istituzioni, tolta la presidenza della
Repubblica. Ma anche nei media e nella pubblicistica.
Nessun commento:
Posta un commento