Una semplice mancanza si potrebbe
aggiungere che rileva e sconquassa la buona opinione che Pagnoncelli e i media
danno di se stessi: l’assenza di ogni criterio di giudizio, che non sia pregiudizio.
Media che hanno dato un contributo sostanziale, continuano a darlo, allo
squartamento, al disossamento, dell’Italia. Con la lotta alla corruzione nel
nome di più corrotti – affaristi, giudici. Alla casta nel nome degli
intoccabili – giornalisti, giudici. Alla libertà d’opinione nel nome dell’antifascismo. Perfino all’antimafia, non
si può dire nel nome della mafia ma praticamente sì.
Fanno la morale, pontefici della
pubblica opinione, personaggi che hanno mandato un avviso di garanzia falso a
Berlusconi alla vigilia di un impegno internazionale. E poi mille, o duemila, plotoni della Guardia
di Finanza, a giorni alterni, a perquisirlo. Difendere Berlusconi è difficile,
ma l’Italia che lo avversa è migliore? Berlusconi è stato solo un falso scopo,
come si dice in artiglieria: puntare un obiettivo per tirare altrove, sull’opinione
pubblica., sul voto degli italiani.
Il
falso scopo
Siamo vissuti per venticinque e passa
anni, trenta ormai, nell’inganno. A opera di chi? Dei “migliori” giornali e
giornalisti, e dei migliori giudici: della migliore opinione pubblica. Di chi è
la colpa?
Pagnoncelli forse non ricorda, ma non
ci vuole molta memoria. Tutto è cominciato con l’avvento di Mani Pulite, che ha
segnato il passaggio dell’Italia sotto la ferula di Milano, i suoi affarucci,
al coperto dei suoi editori. A opera di giudici fascisti, o picisti, o corrotti,
non ce n’era uno buono – ce n’era uno perfino dei servizi segreti. Sotto la guida
di un andreottiano. Uno, il più invadente e milanesizzato di tutti, aveva appartamenti
in comodato in centro città dalle banche per i suoi cari. E si era fatto “prestare”
cento milioni da un indagato che aveva mandato in prigione – al quale li aveva restituiti, diceva, in biglietti, in una
scatola da scarpe. Una banda che decretò colpevoli di corruzione solo i
socialisti, i liberali e i repubblicani, con la Dc non andreottiana.
Si dice una giustizia politica ma è
farle un complimento, anche se la giustizia politica è il vero fascismo. È una
giustizia corrotta, anche nel senso proprio: dei soldi, delle carriere, dei posti.
Non c’è stata più verità da allora. Ma
che colpa ne ha l’Italia?
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