Il debito è cresciuto a passi
da gigante con la “riforma Visentini”. Negli stessi anni – nel 1975 compare per
la prima volta il disavanzo pubblico, come lo documentò l’allora funzionario della
Banca d’Italia Vittorio Barattieri, appena 25 miliardi di lire, che però hanno
fatto valanga. La “riforma Visentini” he creato l’economia in nero o in grigio,
di evasori per legge (elusori) o per convenienza di tutti, prestatori d’opera e
utenti. Che si valuta attorno a un quinto del pil, al 20 per cento: La cui emersione,
solo dovuta, risolverebbe d’un colpo tutti i problemi della finanza pubblica.
Una riforma che andava
riformata subito e invece è sempre in vigore. Perché paga chi non ha – chi ha
relativamente poco – a vantaggio di chi ha, attività in nero o comunque privilegiata
dalla “riforma”, come elusione (spese di produzione, eccetera). Il tutto a danno della produzione e a vantaggio dei servizi,
commerciali o di altro genere, inevitabilmente a basso valore aggiunto
(creazione di reddito, altro che non quello del percettore). La manifattura ad
alta intensità di manodopera è per questo scappata via dell’italia, mentre prosperano
le attività d’intermediazione, per lo più parassitarie.
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