Il libro è del 2014, prima delle condanne annunciate in corte d’assise dal giudice Montalto. Letto
oggi, all’apertura altrettanto teatrale del processo d’appello, sa di impegno inutile. Lo storico è prudente, il giurisperito preciso, quasi pedante. Mentre la mafia è
scomparsa a Palermo in questi quindici anni di processo allo Stato, dopo la
cattura di Provenzano – il processo si trascina, tra interviste, saggi, libri
compiacenti, comparsate tv, campagne elettorali e capi d’imputazione assortiti,
da oltre quindici anni. Se non marginalmente, per le vendette solite tra
affaristi. Non si cerca nemmeno Messina Denaro, il superlatitante, che può
vivere, probabilmente prospero, tra Palermo e Trapani.
Il lavoro è ammirevole. Lo storico
deve sorbettarsi una documentazione prodotta da “pentiti”, da mafiosi furbi –
testimoniano solo “per sentito dire”, in date imprecisate, non si sa mai che i giudici
cambino. E da giudici che non sanno quello
che dicono – al meglio non sanno. Il
giurista deve spiegare, minuzioso, per molte pagine, “il valore
irrinunciabile, per uno Stato, del garantismo penale”. Per uno Stato di cui
anche i giudici fanno parte. Ma la sostanza, la verità della cosa, è che col
processo Stato-mafia da quindici anni non c’è più mafia a Palermo-Trapani, l’area a più alta densità mafiosa. E
questa verità nel libro non c’è.
Lo sforzo di Lupo
e Fiandaca di contribuire alla “verità del processo” non può nascondere la
teatralità del dibattimento in corte d’assise. Che si rifletterà in condanne, dodici
anni per il generale Subranni e il colonnello ora generale Mori, otto per il maggiore
ora colonnello De Donno, cui nessuno crede - il giudice che le ha
comminate, Alfredo Montalto, si giustificherà con una sentenza di 5.200 pagine….
La giustizia ha riti suoi a
Palermo. E viene in maschera. Nel libro la “verità della cosa” non c’è perché è
un tentativo, vecchio stile ancora nel 2014, di recuperare alla sinistra
ragionevole quella che si ritiene una sinistra estrema. Due saggi accurati, come
più non usa, ma oggi patetici, per la stazza degli autori. Patetico che nel
2014 si scrivesse ancora in questa ottica: c’erano i governi Pd ma come non
vedere che erano minoritari, e sorpassati. Che l’aria, anche a sinistra, era all’avventura,
al liberi tutti.
Giovanni Fiandaca-Salvatore
Lupo, La mafia non ha vinto, pp. 161
€ 12
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