Ben fatto, anzi meglio fatto,
ma non si ride. L’antimilitarismo si è dileguato forse con la naja, che mezza
Italia non ha vissuto, e chi l’ha vissuta l’ha rimossa. Forse ci volevano interpreti-personaggio,
riconoscibili – Nichols disponeva di Martin Balsam, Art Garfukel, Alan Arkin,
Paula Prentiss, la stessa Olimpia Carlisi, Orson Welles, Jon Voight, Anthony
Perkins, Martin Sheen.
O forse, più probabilmente,
perché il tempo è alla crisi, ma di tipo ipocondriaco, di gentile mania
depressiva, senza più il ricordo, e quindi il timore, della guerra. Forse per
gustare i film contro la guerra, contro la burocrazia militare e gli imboscamenti,
bisogna avere presente o temere una guerra reale, coi corpi spiaccicati. I
capolavori del genere sono del decennio 1960-1970, da “Tutti a casa” al “Catch-22”
di Nichols – il ’70 è anche l’anno di Altman, “Mash”, Elliott Gould, Robert
Duvall, Donald Sutherland.
George Clooney, Catch-22, Sky
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