Lezione
di diplomazia e bon ton dei media
italiani ai potenti della Vittoria, riuniti per le celebrazioni dello sbarco di
Normandia, da cui l’Italia è ovviamente esclusa: cosa dire, cosa fare, chi
premiare, che lezione trarne. Dopo le lezioni di etichetta impartite da
“Corriere della sera” e “la Repubblica” su come comportarsi davanti alla regina
d’Inghilterra. Le più antiche e robuste democrazie del mondo non aspettano che
la lezione made in Italy. La quale un tempo aveva il senso del ridicolo.
La
supponenza mediatica è forse in odio a Trump, che si sa è un arricchito – ma
non sarà che posa a arricchito? Ma più è per il piacere, un tempo si sarebbe
detto progressista, di farsi (immaginarsi) Pari d’Inghilterra, in spirito se
non di fatto – quello che un tempo ancora più lontano, a metà Ottocento, veniva
definito un high tory, un
conservatore eccentrico.
Cazzullo
si spinge a dire che “Trump umilia più gli inglesi che noi”, patrocinandone la
Brexit – noi chi: gli italiani, gli europei? Gli inglesi, si sa, sono sempre un
po’ barbari – fessacchiotti – come al tempo dell’impero romano. Non aspettano che noi.
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