La guerra inutile, anche se ideale.
Un lamento per i caduti senza storia della guerra di Spagna, sul fronte giusto,
repubblicano, democratico, nel quale Orwell aveva militato, che è anche un lamento
contro la guerra, ogni guerra. Tanto idealismo, tanta generosità, che la
stretta di mano del proletario italiano volontario in Spagna trasmettono, non
meritano la morte, la sfida della morte. Di uno che “era nato sapendo già
quello che io avevo imparato\ dai libri, e lentamente”. Una stretta che è
iniezione di coraggio, di vita: “Al tuono dei cannoni\ oh, che pace ho conosciuto in quei giorni!”.
Il “soldato italiano” di cui
alle prima pagine di “Omaggio alla Catalogna”, ritorna negli appunti successivi,
“Looking back on the Spanish War”, 1943, come una delle due immagini che la guerra
automaticamente genera in Orwell. Una è l’ospedale di Merida, “l’altro ricordo
è del miliziano italiano che mi strinse la mano al corpo di guardia, il giorno
in cui mi arruolai nella milizia. Ho scritto di quest’uomo all’inizio del mio
libro sulla guerra di Spagna (“Omaggio ala Catalogna”, n.d.r.) e non voglio
ripetermi. Quando ricordo – oh, quanto vividamente! – la sua uniforme trasandata
e la sua faccia fiera, patetica, innocente, le complesse questioni della guerra
sembrano svanire e vedo chiaramente che non c’era comunque alcun dubbio su chi
aveva ragione. Malgrado i giochetti politici e le bugie giornalistiche, il punto
centrale della guerra era il tentativo di gente come lui di guadagnarsi una
vita innocente che sapevano essere loro diritto per nascita. È difficile
pensare alla probabile fine di questo specifico essere umano senza varie dosi
di amarezza. Quando l’ho incontrato alla caserma Lenin era probabilmente un
trockista o un anarchico, e nelle speciali condizioni di questi anni le persone
come lui quando non sono uccise dalla Gestapo sono di solito uccise dalla Gpu”,
la polizia politica staliniana.
Per questo la poesia è stata
sommersa nel rifiuto – che perdura – di Orwell antibolscevico. Anche se
storicamente fondato: nella guerra di Spagna i comunisti di Togliatti andavano
al fronte contro le forze reazionarie come contro gli “altri” socialisti.
Orwell era fiducioso che la poesia avrebbe superato questo rifiuto: “La faccia
di quest’uomo, che ho visto per uno-due minuti, mi rimane come una sorta di promemoria
visivo di per che cosa la guerra si faceva. Simbolizza per me il fiore della
classe lavoratrice europea, tormentata dalle polizie di tutti i paesi, gli
stessi che riempiono le fosse comuni dei campi di battaglia in Spagna e imputridiscono
ora, a milioni, nei campi di lavoro forzati”.
George Orwell, The Italian soldier shook my hand
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