Dal 2008, la prima elezione di
Obama, la scelta delle minoranze nera e ispanica è decisiva negli Usa, alle
primarie e al voto presidenziale. Sono il voto “marginale”, che fa oscillare la
vittoria verso questo o quel blocco politico tradizionale.
Il voto minoritario non è però “strutturato”.
La partecipazione al voto sia dei neri che degli ispanici oscilla fortemente. Per
motivazioni non individuate. Il voto nero afroamericano si è mobilitato sempre per
Obama, sia alle primarie 2008 che alle presidenziali 2008 e 2012. Ma non per
Hillary Clinton. Non alle presidenziali (la percentuale di astensione è stata forte tra gli afroamericani al Nord), mentre era stato decisivo per lei alle
primarie, contro Sanders che invece aveva solo il voto dei bianchi.
Alle presidenziali Hillary
Clinton, dando per scontato il sostegno nero al Nord, si è mobilitata per gli
ispanici, a New York e al Sud, Texas e stati limitrofi. Ma il voto nero si è astenuto. Le due
minoranze, benché omogenee dal punto di vista socio-economico, sono in
concorrenza su base etnica.
I deputati afroamericani sono
decisivi per la maggioranza Democratica alla Camera dei Rappresentanti, 53 su
235 deputati – la maggioranza è di 218.
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