mercoledì 5 giugno 2019

Niente professori, niente medici

Mancano professori all’università e medici negli ospedali. Mentre dottorandi e medici, anche specialisti, sono emigrati e continuano a emigrare a decine di migliaia ogni anno: l’Italia li forma a perdere. Per un’assurda concezione dell’economia come contabilità, che si è imposta con i tagli lineari di Tremonti quindici anni fa. Un artificio ragionieristico, che poi non è  stato corretto e non si riesce a correggere. Malgrado i gravissimi danni fatti e che sta facendo: la perdita di competenze o capitale umano: lo shortage, pensare, di professionisti.
Con gravi sprechi nella sanità. Le Asl erano nate per sprecare soldi, e si può pensare che non sappiano fare altro. Ma nel caso del personale – oltre i medici mancano gli infermieri – no. Non per colpa loro. Non è colpa loro se il dottore romeno o slovacco che accetta l’incarico si fa pagare con i parametri italiani, le leggi sul lavoro si vogliono giustamente rigide, ma non sa la lingua, non abbastanza, e ha bisogno dell’interprete. Ed è giustamente precario,.per scelta cioè, lasciandosi libero in ogni momento di ritornare a casa. Ciononostante il numero chiuso a Medicina è il più ferreo. E anzi le facoltà si gloriano di test d’ammissione volentieri astrusi, per fare le ammissioni cioè col pallottoliere, a quei pochi a cui capita di barrare la casella giusta.


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