Bizzarro patrocinio il “Corriere della sera” offre a Jens Weidmann, il presidente merkeliano della Bundesbank, come successore di Draghi alla presidenza della Banca centrale europea. Di cui non può non ricordare la lunga serie di atti ostili contro la stessa Bce e contro l’euro – trascurando le pressioni contro il debito italiano, che tanto sono costate e costano al Tesoro, e la (non) unione bancaria europea. Quello che più di tutti ha usato gli assetti europei a pro della Germania. Una candidatura doppiamente peregrina, perché Weidmann non può essere e non sarà il nuovo presidente della Bce.
“Violenze,
social, ecco la società senza genitori”: Massimo Ammaniti rivuole indietro la
famiglia: “I figli sono considerati problemi, impegni, condizionamenti, in
conflitto con la realizzazione dei propri desideri”. C’è, al più, il figlio
unico, senza fratelli né sorelle, senza zii, senza cugini. Ma non si voleva la
scomparsa della famiglia? Il postumano, la promiscuità, il sesso come
trastullo. O è la filosofia in mano agli indotti – ai semplici(sti)?
“Trecento
ragazzi” in un liceo a Palermo “e non uno che conoscesse Coppi e Bartali”,
lamenta Cazzullo sul “Corriere della sera”. E non ha mai presenziato a un esame
di Storia contemporanea, a Lettere o Scienze Politiche, dove non molti sanno di
Garibaldi – per non dire di Mazzini. La memoria si va assottigliando, e forse
non per colpa della scuola.
Cane non
morde cane? Come no, forse in antico non c’erano i giudici, cattivi come nessun
altro. Non delinquenti, perché loro sono dalla parte del giusto, ma
cattivissimi. Ora, in pausa dopo le elezioni dall’attacco al mondo, si azzannano
fra di loro. Accusandosi delle peggiori porcate. La fantasia non fa loro
difetto, ma solo nel senso “piccolo, brutto e cattivo” – si vendono per un
anello, o si accusano di vendersi per un anello.
Walter
Veltroni, tourné uomo di scena, intervista Pippo Baudo, tourné memoria storica della nazione. Non c’è proprio
più religione. Oppure: che si fa per apparire.
Dei due,
lo statista tardo cronista, e il presentatore vegliardo, questo ne sa di più,
anche di politica, fine. O: il democristiano è superiore.
Carlo
Bonini e Marco Mensurati “documentano” su “la Repubblica”, sulla base di una
mail di “un uomo di fiducia del presidente Pallotta”, che De Rossi, Dzeko,
Manolas e Kolarov manovravano per cacciare dalla Roma Totti, il direttore
sportivo, e l’allenatore De Francesco. Può essere tutto falso. Ma i tre sono
finiti fuori della Roma: De Francesco, il direttore sportivo Monchi, e De Rossi
– De Rossi invece di Totti. Forse l’“uomo di fiducia” di Pallotta voleva dire
che Totti manovrava contro De Rossi? Giornalismo? Sì, non c’è altro.
Il
giornalismo investigativo si trincera dietro fonti “confidenziali”. Ma qui si
sa che “l’uomo di fiducia” di Pallotta è
Franco Baldini. Che non ha mai fatto vincere nulla alla Roma, di cui è stato
direttore. E ora dice di stare a Londra ma continua a manovrare contro la Roma,
che pure sarebbe la sua squadra – dopo avere manovrato felicemente contro Moggi
e contro la Juventus. Le fonti sono importanti nel giornalismo, anche se non ci
sono “pentiti”, fonti cioè tarate.
Gattuso si licenzia invece di farsi licenziare, per sgravare
il Milan di due anni di ingaggio. Un gesto nobile più che onesto – era onesto prendersi due anni di
ingaggio senza lavorare, dopo tutto quello che Milan e Milano gli hanno buttato
addosso. Ma Milano non se ne accorge: se non c’è guadagno non esiste. È la sola
morale dell’Italia milanese.
Si fanno molti conteggi sulle Europee, in chiave di
ring, Salvini-Di Maio. Sfugge che il centro-destra ha avuto quasi il 50 per cento
dei voti – che se corresse unito in un’elezione politica, con la legge
elettorale in vigore, gli darebbe una maggioranza del 60 per cento in
Parlamento. Il paese è tornato a destra, dopo il quinquennio che Napolitano ha voluto
Democratico, con l’appoggio dei berlusconiani. E dopo la breve fiammata
grillina.
“I cosiddetti eurocrati”, spiega Ernesto Maria Ruffini
su “L’Economia”, “in realtà sono meno dei dipendenti della Regione siciliana, e
pesano sui conti europei meno di quelli del Comune di Roma sul bilancio della
città (21 per cento)”.
Si
assolve Chiara Rizzo Matacena, accusata sei anni fa di fuga di capitali o
qualcosa del genere. Con arresto spettacolare in Francia a opera della Procuratrice
capo di Aix-en-Povence, e traduzione in
carcere in Italia, sulla base di una notizia letta sui giornali, senza nemmeno
una richiesta della Procura italiana che indagava. Forse perché è una bella
donna e la Procuratrice di Aix non lo era. Però: poi si dice che l’Europa non
esiste.
Si
fa grande scandalo per una insegnante sospesa a Palermo per non avere
sorvegliato (censurato) un video degli studenti in cui il decreto sicurezza del
governo veniva equiparato alle leggi razziali di Mussolini. Come dire: il
Parlamento della Repubblica è un Gran Consiglio, o come si chiamava il finto Parlamento di Mussolini.
Ma non si dice che la scuola della professoressa si intitola a Vittorio
Emanuele III, quello delle leggi razziali.
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