È una buona cosa o una cattiva?
All’apparenza è solo buona, anzi un’applicazione eccellente della tecnologia: i
ragazzi non possono più marinare la scuola, addurre buoni voti se non li
hanno avuti, mentire sulle compagnie. Però suscitano compassione. Per una ragione
che assurdamente si trascura – forse perché troppo evidente? I genitori
coartano i figli nell’età dello sviluppo di se stessi, della ricerca e della formazione
di se stessi. Che non è un processo semplice o semplificabile. Ed è anche la finalità
della scuola: aprire spazi non familiari, esercitare, bene e male, una certa autonomia,
formarsi a pensarsi, a collocarsi.
Si può senza eccedere parafrasare Foucault,
che ha analizzato i controlli sociali: tanta cura è punitiva. Nel migliore dei
casi, quando cioè non si genera un rifiuto, magari muto ma totale, è la via
maestra ai “bamboccioni”, alla dipendenza a vita.
Si vedono solo ragazzi tristi a scuola. Forse per questo anche irruenti, teppisti, inconsulti.
Nessun commento:
Posta un commento