La tassazione media, tra imposte
dirette e indirette, è ufficialmente al 48 per cento del reddito. Di fatto,
mettendoci dentro i ticket , e tariffe non di mercato, a fronte di servizi praticamente
inesistenti, per il trasporto urbano, o ridotti, per la sanità, è superiore al
50 per cento. Record europeo e probabilmente mondiale. Senza che risolva minimamente,
neanche lo intacchi, il problema per il quale s’incrementa, il debito pubblico.
Il lavoro è tassato fra il 70 e il 120
per cento. Una tassazione - “cuneo
fiscale” - abnorme, tutti ne convengono, ma non si rimedia. Non si pone nemmeno
il problema.
Si risparmia a un costo, pagando un
bollo sulla semplice apertura di un conto deposito. Un bollo che ogni governo
aumenta, da quando è stato introdotto nel 2014.
Si
risparmia a tassi
reali negativi, in tutti i titoli di Stato, Bot compresi. Chi “comprasse titoli
di Stato tedeschi a dieci anni” ha la certezza oggi “di avere incamerato una
perdita di più del 3 per cento, al momento del rimborso” . Federico Fubini,
“L’Economia”. Si distrugge il risparmio.
“In termini reali quell’investitore
potrebbe contare fra dieci anni su una perdita di quasi un quarto del potere
d’acquisto del capitale”, id. Lo stesso per i titoli pubblici più remunerativi:
la perdita sarebbe del 15 per cento sui titoli portoghesi. “Neanche
l’investimento sui titoli del debito greco”, il più remunerativo , garantisce
“il mantenimento del potere d’acquisto”.
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