martedì 23 luglio 2019

Appalti, fisco, abusi (155)

L’economia è sempre debole, stagnante o in crescita minima. Senza occupazione – non stabile, non a salari remunerativi, che consentano la sussistenza e producano risparmio.

La tassazione media, tra imposte dirette e indirette, è ufficialmente al 48 per cento del reddito. Di fatto, mettendoci dentro i ticket , e tariffe non di mercato, a fronte di servizi praticamente inesistenti, per il trasporto urbano, o ridotti, per la sanità, è superiore al 50 per cento. Record europeo e probabilmente mondiale. Senza che risolva minimamente, neanche lo intacchi, il problema per il quale s’incrementa, il debito pubblico.

Il lavoro è tassato fra il 70 e il 120 per cento. Una tassazione  - “cuneo fiscale” - abnorme, tutti ne convengono, ma non si rimedia. Non si pone nemmeno il problema.

Si risparmia a un costo, pagando un bollo sulla semplice apertura di un conto deposito. Un bollo che ogni governo aumenta, da quando è stato introdotto nel 2014.

Si risparmia a tassi reali negativi, in tutti i titoli di Stato, Bot compresi. Chi “comprasse titoli di Stato tedeschi a dieci anni” ha la certezza oggi “di avere incamerato una perdita di più del 3 per cento, al momento del rimborso” . Federico Fubini, “L’Economia”. Si distrugge il risparmio.

“In termini reali quell’investitore potrebbe contare fra dieci anni su una perdita di quasi un quarto del potere d’acquisto del capitale”, id. Lo stesso per i titoli pubblici più remunerativi: la perdita sarebbe del 15 per cento sui titoli portoghesi. “Neanche l’investimento sui titoli del debito greco”, il più remunerativo , garantisce “il mantenimento del potere d’acquisto”.

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