O questa è la sorte delle
compilazioni postume, di scritti variamente dispersi, che il giornalismo nel
Novecento moltiplicava, come oggi i social: la ripetitività. In una con la
disinvoltura. Che è parte della “leggerezza” con la quale Calvino
s’immortalerà, ma a volte è superficiale. Anche perché, benché lieve, Calvino
va come un bulldozer: non si sottrae
ad alcuna sollecitazione. La crisi del romanzo, perché no – nel mezzo della
fioritura. La letteratura industriale. “Letteratura a sedere”. “Letteratura e
potere”. “I modelli cosmologici”.
Sveglia è sempre l’intelligenza
di Calvino, e stimolante. Ma dispersiva. Il romanzo sarebbe ottocentesco? Singolare
è questa “Sorte del romanzo”, 1957. Poi ci sono Thomas Mann, “ma sporgendosi da
un’estrema ringhiera dell’Ottocento”. Il racconto “Il vecchio” di Falulkner. E Brecht
- “ma un Brecht della narrativa non c’è, purtroppo”.
Bizzarro è il made in Italy dello scritto del
titolo.Tanto più che è una conferenza, una James Lecture alla New York University,
nel 1983, in inglese. Sull’Italia e sulla lingua italiana. “L’Italia è un paese
dove accadono molte storie misteriose”. L’italiano “è stato colpito da una specie
di peste. L’italiano sta diventando una lingua sempre più astratta, artificiale,
ambigua”. In un certo ambito politico probabilmente? Dovendosi affermare la
bonaccia compromissoria: come eternare due nullità – alla sommatoria il partito
Democratico: le “due culture”di De Mita e Berlinguer, la comunista e la confessionale,
le altre, il liberalismo eccetera, venivano derubricate a sottoculture.
Una deriva curiosa alla seconda
potenza, Calvino nel 1983 essendosi tirato fuori dalla melma politica. Ma l’imprinting forse è ineliminabile. Trent’anni
prima, nella disamina della “Mancata fortuna del romanzo italiano”, ritagliava
accuratamente fuori Malaparte, Soldati, Cassola, Brancati, nonché Alvaro, Silone, Domenico Rea. E Pirandello, se non
per liquidarlo.
Insomma, una serie di
sorprese: tanto è da riconsiderare. Calvino è onesto, e non si nasconde. Questi
scritti targano molto la storia della cultura, il secondo Novecento italiano –
molto povera, si capisce il deserto attuale.
Italo Calvino, Mondo scritto e mondo non scritto,
Oscar, pp. 325 € 14
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