martedì 2 luglio 2019

Canniballi per carenza di proteine

L’inventore del “materialismo culturale” – molto apprezzato al tempo del Diamat, il materialismo dialettico versione bolscevica, non molto tempo fa, anni 1970-1980, per il quale la cultura era sovrastruttura, e insomma propaganda, come colui che aveva rifondato il marxismo – riproposto come lettura di avventure e quasi amena. Gli uomini si mangiavano, si mangiavano tra di loro. Oltre a farsi la guerra e accoppiarsi.
“Le origini delle culture” è il sottotitolo. E tempera l’assunto (le ricerche) per cui Harris è famoso: che i popoli della Mesoamerica praticavano il cannibalismo. La cosa non è certa, ma Harris sì. Perché lui ha scoperto che lo praticavano contro la carenza di proteine, per sopperire a carestie o altri malanni.
Oggi l’America “corretta” non lo ammette più, denuncia la cosa come una manipolazione. Ma salva Harris, per un residuo ideologico: il determinismo rifulge nelle ricostruzioni di Harris, del cannibalismo come dell’assassinio delle neonate, del maschilismo, del complesso di Edipo, dell’agricoltura. Diciamo di ogni cosa cui si è applicato – Harris è ancora del marxismo “risolutore” e non ricercatore.  
Marvin Harris, Cannibali e re, Feltrinelli, pp. 235 € 12

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