Fra i tanti libri postumi, l’unico
composto dallo stesso Flaiano. Quindi con una consistenza – Flaiano scrisse un
solo romanzo, e innumerevoli tratti brevi, di cui qui raccoglie una selezione.
Oltre ai tanti lavori di sceneggiatura per il cinema, e alcuni tentativi non
riusciti per il teatro. Libro di bon mots,
ma anche di racconti significativi: di persone, personaggi, situazioni.
Con molti inviti al
proseguimento, di stimolo al lettore a farsi il proprio racconto. Il film sul
1911 che Cardarelli aveva in mente: cinquantenario dell’unità, si inaugura il
Vittoriano, si apre il ponte Vittorio Emanuele, si congiungono il Pincio e Villa
Borghese, si fa la guerra… Il comunismo di Sartre, “come il cane dell’ortolano,
che detesta i cavoli ma pretende che nessuno li tocchi”. Il Fellini “quaresimalista”,
che Flaiano frequentava quotidianamente. L’informazione, già allora, alterata,
a fini di scandalo: “Da vari casi accaduti sappiamo ormai che morire è
imprudente”, bisogna giustificarsi. E
molta Roma – Roma non può ssere una città di grandi vizi, “per il suo carattere
profondamente familiare anche nella corruzione”.
Con l’indolenza del flâneur, il perdigiorno osservatore, che
tanti pensieri ha e tanti progetti nutre ma rinvia – “Non si inventa niente all’aperto.
E copiarsi, che mal di testa!”. E i cento motivi per cui uno come Flaiano si
scopre non italiano – “potrei essere un inglese”, “sono forse indiano?” etc.”. Ma
cronachista insolito, tagliente. Durante il fascismo gli studenti universitari
manifestarono una volta, ma solo per chiedere il “diritto” allo studio. E già
allora, cinquant’anni fa, i santi si volevano esibizionisti – “dovremo accontentarci
di morire in odore di santità”. Amaro spesso: la “cronaca” della mancata
presenza dei registi italiani, totale, al premio alla carriera a Chaplin
vecchio a Venezia è cattivissima.
Satiro è il satirico: la
satira non ha buona fama in Italia nel mondo delle lettere, e il letterato satirico
è isolato.
Ennio Flaiano, La solitudine del satiro, Adelphi, pp. 380
€ 18
Nessun commento:
Posta un commento