mercoledì 31 luglio 2019

Fellini quaresimalista

Fra i tanti libri postumi, l’unico composto dallo stesso Flaiano. Quindi con una consistenza – Flaiano scrisse un solo romanzo, e innumerevoli tratti brevi, di cui qui raccoglie una selezione. Oltre ai tanti lavori di sceneggiatura per il cinema, e alcuni tentativi non riusciti per il teatro. Libro di bon mots, ma anche di racconti significativi: di persone, personaggi, situazioni.
Con molti inviti al proseguimento, di stimolo al lettore a farsi il proprio racconto. Il film sul 1911 che Cardarelli aveva in mente: cinquantenario dell’unità, si inaugura il Vittoriano, si apre il ponte Vittorio Emanuele, si congiungono il Pincio e Villa Borghese, si fa la guerra… Il comunismo di Sartre, “come il cane dell’ortolano, che detesta i cavoli ma pretende che nessuno li tocchi”. Il Fellini “quaresimalista”, che Flaiano frequentava quotidianamente. L’informazione, già allora, alterata, a fini di scandalo: “Da vari casi accaduti sappiamo ormai che morire è imprudente”, bisogna  giustificarsi. E molta Roma – Roma non può ssere una città di grandi vizi, “per il suo carattere profondamente familiare anche nella corruzione”.
Con l’indolenza del flâneur, il perdigiorno osservatore, che tanti pensieri ha e tanti progetti nutre ma rinvia – “Non si inventa niente all’aperto. E copiarsi, che mal di testa!”. E i cento motivi per cui uno come Flaiano si scopre non italiano – “potrei essere un inglese”, “sono forse indiano?” etc.”. Ma cronachista insolito, tagliente. Durante il fascismo gli studenti universitari manifestarono una volta, ma solo per chiedere il “diritto” allo studio. E già allora, cinquant’anni fa, i santi si volevano esibizionisti – “dovremo accontentarci di morire in odore di santità”. Amaro spesso: la “cronaca” della mancata presenza dei registi italiani, totale, al premio alla carriera a Chaplin vecchio a Venezia è cattivissima.
Satiro è il satirico: la satira non ha buona fama in Italia nel mondo delle lettere, e il letterato satirico è isolato.

Ennio Flaiano, La solitudine del satiro, Adelphi, pp. 380 € 18

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