domenica 7 luglio 2019

Il segreto di Balzac

La moglie bigotta allontana il  marito. Che si trova un’amante. È tutta la storia, nulla di che.  Più il moralismo clericale, la sessuofobia. Ma Balzac ci teneva. Scrisse il racconto a ridosso della “Fisiologia del matrimonio”, la sua prima opera, 1829, la prima a suo nome, che ne aveva già fatto un autore. La riscrisse per dodici anni, così spiega nella prima edizione della “Commedia umana”, nel 1842. Nel dodicennio l’aveva ripubblicata tre volte, con vari titoli: scritta nel febbraio 1830, la pubblicò nel secondo volume delle “Scene della vita privata”, come “La donna virtuosa”. Ma prima ne aveva pubblicato un estratto sul giornale “Le Voleur”, col titolo “La grisette parvenue”. Ritorna nel 1835, sempre come “La donna virtuosa”, nelle “Scene della vita aprigina”. Nel 1842 confluisce cn questo titolo nuovamente nelle “Scene della vita privata”. È che Balzac vi fa le prove di Balzac – il segreto di Balzac è la scrittura.
La prima dozzina di pagine è un capolavoro di racconto del niente: un vicolo buio del Marais malsano, come dice il nome, dove a un angolo, in due stanze con poca luce, due donne lavorano al telaio, la vecchia madre e la giovane figlia. Si sa anche come finirà: la giovane sarà l’amante del passante, l’unico con cui incrocia lo sguardo, per una storia senza gioia. Eppure si legge. 
Balzac, Une double famille, Le Livre de Poche, pp. 123 € 2

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