Il “carattere degli arabi” è
un modello. La donna? Privilegiata. Pagata, anche per scoprire il volto (“tassa dello scoprimento del volto”), protetta nel matrimonio, nel divorzio e nell’eredità, soddisfatta anche a letto, con la benedizione delle quattro mogli, e un po' di cautela. Ottima pure la politica: “Il dispotismo orientale è giunto più vicino
all’idea di fraternità e uguaglianza di ogni repubblica finora creata”. Quattro
pagine di lodi senza riserve, sul piano caratteriale individuale e su quello storico
e politico, e quattro righe di riserve. Inflessibile invece con i turchi, “gli
inqualificabili turchi” – un solo khan,
Hulaku, nel 1258 fa nella sola Bagdad “ottocentomila vittime secondo alcune
fonti, il doppio second altre altrettanto autorevoli”. Nella Bagdad capitale
anche i locali lazzari erano modello di virtù, i “ligi”, i servi legati al
padrone da fedeltà assoluta. Anche se sotto un ombrello inquietante: “Ogni musulmano
è tenuto dalla religione a sorvegliare i vicini e a riportare i loro misfatti”.
Si procede così, per umori, malgrado tanta dottrina. Molto, in dettaglio, è sull’“arte dell’amore”. Comprese una decina di pagine sugli afrodisiaci.
Una lettura curiosa. Di un Oriente non remoto, tardo Ottocento. Certamente inventato o immaginato, un orientalismo quale lo critica Edward Said, ma pro bono? Pochi i contrappunti. “L’Aurah (luogo delle vergogne) dell'uomo va dall’ombelico alle ginocchia. Quello della donna dalla cima della testa alla punta degli alluci”. “La brutalità della folla è fenomenale, non vi è alcuna pietà verso il condannato. Alle esecuzioni capitali le donne hanno parte attiva nell'insultare il reo e nel tormentarlo strappandogli i capelli e sputandogli in faccia. La stessa brutalità istintiva degli uccelli e delle bestie selvatiche, che fanno a pezzi un compagno ferito”.
Si procede così, per umori, malgrado tanta dottrina. Molto, in dettaglio, è sull’“arte dell’amore”. Comprese una decina di pagine sugli afrodisiaci.
Una lettura curiosa. Di un Oriente non remoto, tardo Ottocento. Certamente inventato o immaginato, un orientalismo quale lo critica Edward Said, ma pro bono? Pochi i contrappunti. “L’Aurah (luogo delle vergogne) dell'uomo va dall’ombelico alle ginocchia. Quello della donna dalla cima della testa alla punta degli alluci”. “La brutalità della folla è fenomenale, non vi è alcuna pietà verso il condannato. Alle esecuzioni capitali le donne hanno parte attiva nell'insultare il reo e nel tormentarlo strappandogli i capelli e sputandogli in faccia. La stessa brutalità istintiva degli uccelli e delle bestie selvatiche, che fanno a pezzi un compagno ferito”.
Una scelta curata da Graziella
Martina, la viaggiatrice-in-conto-terzi – autrice di guide, editrice di libri
di viaggio.
Richard F. Burton, L’Oriente islamico, Ibis, pp. 219 € 11
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