giovedì 11 luglio 2019

Quant’era bello l’islam

Una scelta delle “Note antropologiche” prese da Burton “Mille e una notte” che veniva traducendo in inglese a partire dal 1885, quando era console a Trieste. Una parte le scrisse a pie’ di pagina, una parte in un saggio che pospose alla traduzione, nel decimo volume, la più parte in fogli volanti nel corso dei suoi tanti viaggi in Africa e in Asia. Note quindi del tutto asistematiche, anche se Martina le raggruppa per temi. Confuse anche cronologicamente. E topologicamente: il referente sono “gli Orientali” in genere. Ma fortemente eteroetnico: tutto è bello e buono che non sia europeo.
Il “carattere degli arabi” è un modello. La donna? Privilegiata. Pagata, anche per scoprire il volto (“tassa dello scoprimento del volto”), protetta nel matrimonio, nel divorzio e nell’eredità, soddisfatta anche a letto, con la benedizione delle quattro mogli, e un po' di cautela. Ottima pure la politica: “Il dispotismo orientale è giunto più vicino all’idea di fraternità e uguaglianza di ogni repubblica finora creata”. Quattro pagine di lodi senza riserve, sul piano caratteriale individuale e su quello storico e politico, e quattro righe di riserve. Inflessibile invece con i turchi, “gli inqualificabili turchi” – un solo khan, Hulaku, nel 1258 fa nella sola Bagdad “ottocentomila vittime secondo alcune fonti, il doppio second altre altrettanto autorevoli”. Nella Bagdad capitale anche i locali lazzari erano modello di virtù, i “ligi”, i servi legati al padrone da fedeltà assoluta. Anche se sotto un ombrello inquietante: “Ogni musulmano è tenuto dalla religione a sorvegliare i vicini e a riportare i loro misfatti”.
Si procede così, per umori, malgrado tanta dottrina. Molto, in dettaglio, è sull’“arte dell’amore”. Comprese una decina di pagine sugli afrodisiaci.
Una lettura curiosa. Di un Oriente non remoto, tardo Ottocento. Certamente inventato o immaginato, un orientalismo quale lo critica Edward Said, ma pro bono? Pochi i contrappunti. “L’Aurah (luogo delle vergogne) dell'uomo va dallombelico alle ginocchia. Quello della donna dalla cima della testa alla punta degli alluciLa brutalità della folla è fenomenale, non vi è alcuna pietà verso il condannato. Alle esecuzioni capitali le donne hanno parte attiva nell'insultare il reo e nel tormentarlo strappandogli i capelli e sputandogli in faccia. La stessa brutalità istintiva degli uccelli e delle bestie selvatiche, che fanno a pezzi un compagno ferito.  
Una scelta curata da Graziella Martina, la viaggiatrice-in-conto-terzi – autrice di guide, editrice di libri di viaggio.
Richard F. Burton, L’Oriente islamico, Ibis, pp. 219 € 11

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