Anti-Freud – La fronda più
radicale è psicoanalitica, cioè fondamentalmente freudiana, che storicizza
Freud, nella “famiglia borghese”. Si può cominciare da Lacan,1938, “I complessi
familiari”, che la psicoanalisi di Freud dice nata “dal declino della funzione
paterna nella società occidentale”. La
stessa notazione sarà di Horkheimer quattro anni dopo, che scrive a Leo
Lowenthal: “È giustamente la decadenza della vita familiare borghese che
permise alla sua teoria (di Freud, n.d.r.) di pervenire al nuovo stadio che
appare in “Al di là del principio di piacere” e negli scritti che seguono”. Concetto
che Deleuze ha ripreso con Guattari in “L’Anti-Edipo”: “Il primo torto della psicoanalisi è di fare
come se le cose cominciassero col bambino”.
“L’Anti-Edipo”
non attacca la psicoanalisi ma “l’edipianismo freudiano”. Che appare tardi in
Freud, per poi assorbirlo totalmente.
Immagini – Il divieto è legato alla necessità di contrastare l’adorazione
degli idoli, nell’islam come nell’ebraismo. Così anche nel cristianesimo ortodosso
greco, residuo dell’iconoclastia: le statue non sono ammesse in chiesa, solo le
icone. Ma a Istanbul, dopo la conquista, tutti i sultani si sono fatti
immortalare. Per il, “Corano”, nel Giorno del Giudizio gli autori di immagini
avranno l’ordine di animarle.
Inferno – È caldo perché è nato nel deserto – dalla Gehenna, la gola rovente
nel deserto a est di Gerusalemme. A lungo si pensò a un inferno freddo,
ghiacciato, per i popoli del Nord, che altrimenti, nel caso di un inferno
caldo, non avrebbero avuto la paura che l’inferno deve incutere. Nell’evangelizzazione
dell’Islanda, l’inferno fu presentato come luogo ghiacciato – ma presto da Roma
giunse il divieto di questo adattamento – l’evangelizzazione dell’Islanda fu accelerata
dall’eruzione del vulcano Eldgja, che tra la primavera del 939 e l’autunno del
941 coprì l’isola di uno strato di almeno venti centimetri di lava, un evento
che viene ricordato anche dai cantastorie del tempo come un castigo di Dio.
Indizio – Non è “prova” di razionalità , non alla
maniera di Prosperi e Ginzburg. In alcune legislazioni non è ammesso. La
giustizia mussulmana lo ritiene – riteneva? - fonte di abusi, scontando l’inventività
del soggetto – privilegiando la confessione, anche con bastonatura.
Interdizioni – Quelle religiose sono opera più delle chiese
che dei testi sacri di riferimento. Il “Corano” non proibisce l’alcol. Né le immagini.
Mentre proibisce il canto.
Paternità – Una funzione che si mette in dubbio, come
creatività e anche fisicamente, a partire dalla “morte di dio”. Ridotta a “finzione
legale” da Joyce (“Ulisse”), e quindi Lacan. La funzione parentale, genitoriale,
più che quella paterna propriamente detta o maschile, cui si va associando
anche la maternità - l’utero in affitto o maternità surrogata è solo un inizio.
Cinquant’anni
fa se ne dibatteva la funzione anche nell’arte, specie in letteratura - la
paternità-creatività. Allora in funzione rivoluzionaria (egualitaria). Ma oggi,
in pino riflusso, di commercializzazione spinta della vita associata e della
stessa psicologia, riflessione compresa? Oggi la negazione risponde
all’uguaglianza del materialismo. All’indifferenza, alla funzione
parentale come ai generi, e a ogni qualità distintiva.
Peccato – È nozione molto relativa. Ed è infernale solo
per i cristiani - se non solo per i cristiani cattolici. Altrove redimibile.
Non c’è molto inferno per i mussulmani, o i buddisti.
È
nozione anche storica, relativa nel tempo – si veda l’evoluzione radicale e
improvvisa di secoli di sessuofobia cattolica, del peccato a carattere o di natura
sessuale.
Religione – Si sostanzia di totem. Il sacerdozio per
primo, in tutte le sue forme, anche in quelle non sacramentali o puramente
magisteriali. Che non è, non dovrebbe essere, una condizione sciamanica o magica
– eccezionale. Ma lo è, perfino nella chiesa cristiana, che è nata e si è
sviluppata democratica, eletta dal basso e non “eletta”, privilegiata.
I sacramenti
ne codificano questa aspirazione. Creando “entità” autonome. Una forma di relativizzazione
del sacro che si vuole assoluta – assolutizzante.
Riso – È delle lingue vocaliche? È la tesi di
Richard F. Burton (“L’Oriente islamico”, 135): “Secondo me, la risata di cuore
ha il suono delle vocali a e o. Le altre vocali si addicono alle
risate più leggere”. Le lingue consonantiche non ridono: “Gli arabi raramente
mostrano i denti in una risata”.
Suicidio – la testimonianza di un suicida, una lettura,
una memoria, funziona come un vaccino? Canetti, che tutta la vita inseguì il
progetto di negare la morte, nella miriade di appunti raccolti come “Il libro
contro la morte”, lo dice di Cesare Pavese, di cui ha appena ultimato la
lettura de “Il mestiere di vivere”, il diario. “Nessuno vorrebbe suicidarsi
perché lui l’ha fatto”, il diario non preparando la fine, non parlandone. “E
tuttavia, quando ho voluto morire l’altra notte, nela mia umiliazione estrema,
è il suo diario che ho aperto, e lui è
morto per me. È difficile crederlo: con la sua morte, il sono nato oggi un’altra
volta. Questo processo misterioso si farebbe decrittare: ma io non voglio
farlo. Non voglio occuparne. Voglio passarlo sotto silenzio”.
zeulig@antiit.eu
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