mercoledì 17 luglio 2019

Secondi pensieri - 390

zeulig


Anti-Freud – La fronda più radicale è psicoanalitica, cioè fondamentalmente freudiana, che storicizza Freud, nella “famiglia borghese”. Si può cominciare da Lacan,1938, “I complessi familiari”, che la psicoanalisi di Freud dice nata “dal declino della funzione paterna nella società occidentale”.  La stessa notazione sarà di Horkheimer quattro anni dopo, che scrive a Leo Lowenthal: “È giustamente la decadenza della vita familiare borghese che permise alla sua teoria (di Freud, n.d.r.) di pervenire al nuovo stadio che appare in “Al di là del principio di piacere” e negli scritti che seguono”. Concetto che Deleuze ha ripreso con Guattari in “L’Anti-Edipo”:  “Il primo torto della psicoanalisi è di fare come se le cose cominciassero col bambino”.
“L’Anti-Edipo” non attacca la psicoanalisi ma “l’edipianismo freudiano”. Che appare tardi in Freud, per poi assorbirlo totalmente.

Immagini – Il divieto è legato alla necessità di contrastare l’adorazione degli idoli, nell’islam come nell’ebraismo. Così anche nel cristianesimo ortodosso greco, residuo dell’iconoclastia: le statue non sono ammesse in chiesa, solo le icone. Ma a Istanbul, dopo la conquista, tutti i sultani si sono fatti immortalare. Per il, “Corano”, nel Giorno del Giudizio gli autori di immagini avranno l’ordine di animarle.  

Inferno – È caldo perché è nato nel deserto – dalla Gehenna, la gola rovente nel deserto a est di Gerusalemme. A lungo si pensò a un inferno freddo, ghiacciato, per i popoli del Nord, che altrimenti, nel caso di un inferno caldo, non avrebbero avuto la paura che l’inferno deve incutere. Nell’evangelizzazione dell’Islanda, l’inferno fu presentato come luogo ghiacciato – ma presto da Roma giunse il divieto di questo adattamento – l’evangelizzazione dell’Islanda fu accelerata dall’eruzione del vulcano Eldgja, che tra la primavera del 939 e l’autunno del 941 coprì l’isola di uno strato di almeno venti centimetri di lava, un evento che viene ricordato anche dai cantastorie del tempo come un castigo di Dio.

Indizio – Non è “prova” di razionalità , non alla maniera di Prosperi e Ginzburg. In alcune legislazioni non è ammesso. La giustizia mussulmana lo ritiene – riteneva? - fonte di abusi, scontando l’inventività del soggetto – privilegiando la confessione, anche con bastonatura.

Interdizioni – Quelle religiose sono opera più delle chiese che dei testi sacri di riferimento. Il “Corano” non proibisce l’alcol. Né le immagini. Mentre proibisce il canto.

Paternità – Una funzione che si mette in dubbio, come creatività e anche fisicamente, a partire dalla “morte di dio”. Ridotta a “finzione legale” da Joyce (“Ulisse”), e quindi Lacan. La funzione parentale, genitoriale, più che quella paterna propriamente detta o maschile, cui si va associando anche la maternità - l’utero in affitto o maternità surrogata è solo un inizio.
Cinquant’anni fa se ne dibatteva la funzione anche nell’arte, specie in letteratura - la paternità-creatività. Allora in funzione rivoluzionaria (egualitaria). Ma oggi, in pino riflusso, di commercializzazione spinta della vita associata e della stessa psicologia, riflessione compresa? Oggi la negazione risponde all’uguaglianza del materialismo. All’indifferenza, alla funzione parentale come ai generi, e a ogni qualità distintiva.

Peccato – È nozione molto relativa. Ed è infernale solo per i cristiani - se non solo per i cristiani cattolici. Altrove redimibile. Non c’è molto inferno per i mussulmani, o i buddisti.
È nozione anche storica, relativa nel tempo – si veda l’evoluzione radicale e improvvisa di secoli di sessuofobia cattolica, del peccato a carattere o di natura sessuale.

Religione – Si sostanzia di totem. Il sacerdozio per primo, in tutte le sue forme, anche in quelle non sacramentali o puramente magisteriali. Che non è, non dovrebbe essere, una condizione sciamanica o magica – eccezionale. Ma lo è, perfino nella chiesa cristiana, che è nata e si è sviluppata democratica, eletta dal basso e non “eletta”, privilegiata.
I sacramenti ne codificano questa aspirazione. Creando “entità” autonome. Una forma di relativizzazione del sacro che si vuole assoluta – assolutizzante.  

Riso – È delle lingue vocaliche? È la tesi di Richard F. Burton (“L’Oriente islamico”, 135): “Secondo me, la risata di cuore ha il suono delle vocali a e o. Le altre vocali si addicono alle risate più leggere”. Le lingue consonantiche non ridono: “Gli arabi raramente mostrano i denti in una risata”.

Suicidio – la testimonianza di un suicida, una lettura, una memoria, funziona come un vaccino? Canetti, che tutta la vita inseguì il progetto di negare la morte, nella miriade di appunti raccolti come “Il libro contro la morte”, lo dice di Cesare Pavese, di cui ha appena ultimato la lettura de “Il mestiere di vivere”, il diario. “Nessuno vorrebbe suicidarsi perché lui l’ha fatto”, il diario non preparando la fine, non parlandone. “E tuttavia, quando ho voluto morire l’altra notte, nela mia umiliazione estrema, è il suo diario che ho aperto, e lui è morto per me. È difficile crederlo: con la sua morte, il sono nato oggi un’altra volta. Questo processo misterioso si farebbe decrittare: ma io non voglio farlo. Non voglio occuparne. Voglio passarlo sotto silenzio”.


zeulig@antiit.eu

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