Il meglio del meglio di A.
Christie, la cui misura è il racconto - ne scrisse per ventidue raccolte. Lungo
o breve ma sempre sapido, di caratteri e situazioni, e di lettura accelerata. Molta cronaca. Molte
donne – dark ladies e no. La ricetta
semplice di Poirot: gli indizi migliori sono quelli che uno si fabbrica. I tre
possibili casi di “scomparsa” – come nella cronaca di questi giorni a Piacenza.
Si parte con i racconti
che più si sono prestati al cinema e alla tv: “Tre topolini ciechi”, “Il
villino degli usignoli” - una anticipazione di “Shining” - e “Testimone di
accusa”. Con una peculiarità tanto evidente quanto trascurata: sono racconti
pirandelliani.
Racconti, questi più
lunghi e non seriali (Miss Marple, Poirot) giocati sugli scambi: ognuno è un
altro, per equivoco o per mascheramento. Racconti degli anni 1930,
pirandelliani per clima generale se non per filiazione diretta. Agatha Christie
era anche autrice di teatro. E tra i personaggi che non si capisce chi siano
non manca il nome italiano.
L'Oscar è l’antologia
del 1992. Con la stessa prefazione di allora, di Federico Roncoroni, che resta
il saggio definitivo sul giallo: i suoi ingredienti, i motivi di attrazione, la
qualità, non solo come letteratura di consumo.
Agatha Christie, Il
meglio dei racconti, Oscar, pp. 656 € 17
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