Agatha Christie si occupa qui
di dare corpo ai personaggi, più che di manovrare la trama. Corposi e fuori dai
ruoli della società “inglese”. Anche di donne, seppure sempre cattive. Con un
anticipo dell’ecologia, della protezione ambientale, un anno prima che Nixon lanciasse
la Grande Azione, il business anti-inquinamento:
la madre del protagonista sostiene già molti anni prima degli eventi “che i catini
di papier maché sono molto meglio di quelli
di plastica!”
Un lavoro tardo di Agatha
Christie, del 1967 – subito tradotto, per il numero 1000 dei Gialli Mondadori. Sviluppa
è irrobustisce il racconto “Le maledizioni della strega”, della raccolta “Tre
topolini ciechi”.
Il titolo italiano è un
omaggio a T.S.Eliot, con l’ultimo verso del secondo dei “Quattro quartetti”,
che era anche il motto della regina Maria Stuarda di Scozia, quella giustiziata
da Elisabetta I, e sarà l’epigrafe che il poeta volle sulla sua tomba. Un
omaggio della traduttrice Laura Grimaldi, cui si deve una versione (molto) più
filante dell’originale – il titolo originale è “Endless Night”, altra citazione,
da William Blake.
Agatha Christie, Nella mia fine è il mio principio,
Oscar, pp. 194 € 8,50
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