sabato 17 agosto 2019

A.Christie in noir - abbellita da Laura Grimaldi

È sempre una storia del whodunit, del tipo indovina il colpevole, ma in una serie interminabile di delitti, che saranno opera di una sola persona, per avidità e per un’oscura maledizione, nella quale il lettore-investigatore si confonde un po’. Più un noir che un giallo all’inglese.
Agatha Christie si occupa qui di dare corpo ai personaggi, più che di manovrare la trama. Corposi e fuori dai ruoli della società “inglese”. Anche di donne, seppure sempre cattive. Con un anticipo dell’ecologia, della protezione ambientale, un anno prima che Nixon lanciasse la Grande Azione, il business anti-inquinamento: la madre del protagonista sostiene già molti anni prima degli eventi “che i catini di papier maché sono molto meglio di quelli di plastica!”
Un lavoro tardo di Agatha Christie, del 1967 – subito tradotto, per il numero 1000 dei Gialli Mondadori. Sviluppa è irrobustisce il racconto “Le maledizioni della strega”, della raccolta “Tre topolini ciechi”.
Il titolo italiano è un omaggio a T.S.Eliot, con l’ultimo verso del secondo dei “Quattro quartetti”, che era anche il motto della regina Maria Stuarda di Scozia, quella giustiziata da Elisabetta I, e sarà l’epigrafe che il poeta volle sulla sua tomba. Un omaggio della traduttrice Laura Grimaldi, cui si deve una versione (molto) più filante dell’originale – il titolo originale è “Endless Night”, altra citazione, da William Blake.
Agatha Christie, Nella mia fine è il mio principio, Oscar, pp. 194 € 8,50

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