Un Camilleri di grandi
entusiasmi e di grandi pessimismi. Fino a concordare - dopo aver superato con
Montalbano lo share del 40 per cento in tv, da “anni del consenso” - con Mussolini: “Governare
gli italiani non è difficile, è inutile”. Una società “incivile”. Un popolo di “razzisti”:
“Che cos’è un italiano? Prima di tutto un razzista, e poi un fascista, con una visione
limitata del domani”.
Una raccolta alla quale partecipano,
con distese interviste, infine gli artefici della fortuna di Montalbano presso il
grande pubblico: Carlo Degli Esposti, il produttore dei film, che per primo
intuì il potenziale scenico dei racconti, il regista Alberto Sironi, Luca
Zingaretti, lo scenografo Luciano Ricceri, il cosceneggiatore Francesco Bruno.
E con le testimonianze dei traduttori del “vigatese” - che smentiscono Calvino,
la sua tesi che il localismo è illeggibile. Salvatore Silvano Nigro tratteggia
il “vigatese”, lingua inventata che “si impone per la sua verità fantastica” – “Vigàta
è un oggetto reale del linguaggio”.
Sironi, che con Ricceri ha creato
“il paesaggio di Montalbano” – ha dato corpo all’invenzione di Vigàta, col mare
di sabbia, che nel tratto agrigentino è una rarità, e con le piazze, i vicoli, i palazzi di
Ragusa Ibla e di Modica – dà anche la lettura critica più fine del personaggio
Montalbano e delle storie che Camilleri gli cuce addosso. Camilleri richiama
col suo personaggio “un odore di antico all’interno della storia contemporanea”.
Nelle storie di Montalbano “spicca piuttosto la capacità, e insieme l’esigenza,
di far convivere la luce con l’ombra, il chiaro con lo scuro. Lo «scuro» è nei
delitti che raccontano e che sono per la maggior parte delitti di famiglia,
perché questa è la storia del nostro paese, nel quale la famiglia contiene
tutto il bene e tutto il male della cultura mediterranea e cattolica. Camilleri
ha l’occhio molto lungo in questo, e in questa oscurità ci mette il bene del
vivere che caratterizza la Sicilia, un bene del campare quotidiano”. I film, in effetti, hanno ricreato una magia della Sicilia.
Camilleri sono, “Micromega”, pp.227 € 15
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