Stranissimo l’addio di Conte in
Senato, a parte le ironie contro Salvini. Politicamente è come dice Emma
Bonino: “Le dissociazioni postume di Conte da Salvini non sono convincenti”. A meno
che non voglia candidarsi per un governo alternativo a Salvini, che sembra una impudenza
e una sciocchezza.
Conte fu il notaio scelto per
certificare il patto di governo tra 5 Stelle e Lega. Un onesto broker e non di
più. Ha dismesso o tradito quella funzione e ora non ha più nulla da fare.
La crisi è politica - Conte c’entra di fatto poco. Il patto di governo
su cui si basava il notaio Conte non ha funzionato. La Lega ha votato il
programma dei 5 Stelle, i 5 Stelle non votano il programma della Lega.
Nella decantazione delle
inevitabili consultazioni presidenziali, può pure darsi che 5 Stelle e Lega ritrovino
l’accordo – in pratica facciano un rimpasto, liquidando Conte, una novità
integrale. Più probabile è un accordo 5 Stelle-Pd, che hanno i numeri, anche se
non hano la volontà politica – in partenza si bruciano politicamente entrambe
le formazioni.
Non ci sono altre soluzioni. Impercorribile
naturalmente la “Grande Coalizione” 5 Stelle-Pd-Berlusconi, sia pure sotto un
presidente di garanzia, Draghi o un costituzionalista.
La decisione, in realtà, spetta a Salvini. Che
può far saltare un accordo 5 Stelle-Pd. E anche il governo di garanzia, o decantazione.
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