Fanfani, di cui nessuno parla, sarà stato l’uomo politico più
produttivo della storia della Repubblica. Fino al voto ai diciottenni, e ai decreti delegati (le famiglie a scuola). E
compresa la “piccola liberalizzazione” universitaria del Fanfani III, 21 luglio
1961, assortita del “presalario” universitario ai meno abbienti, del Fanfani IV,
14 febbraio 1963.
“Fanfani
– È il grande
rimosso della storia della Repubblica. Perché è quello che ha fatto di più – praticamente tutte
le cose su cui la Repubblica ancora si regge. Fanfani è all’origine di
tutto ciò che si è fatto
nell’Italia repubblicana: la riforma agraria, il piano casa, la liberazione
delle campagne dalla mezzadria, i
piani verdi, che finanziano l’agricoltura con risultati ottimi, i
rimboschimenti, le autostrade, la
Rai, l’Eni, l’edilizia popolare, la scuola media unificata, superba
istituzione, coi libri gratis, la refezione, il
doposcuola e gli edifici scolastici, di cui metà degli ottomila Comuni d’Italia
non disponeva, si
andava a scuola dove capitava, il centrosinistra, il centrodestra, il
quoziente minimo d’intelligenza per
i diplomatici, che ne erano privi, la moratoria nucleare, la nazionalizzazione dell’elettricità,
seppure a caro prezzo, le regioni, idem, la direttissima Roma-Firenze, col
treno veloce, il
referendum popolare, gli opposti estremismi, e i dossier, di cui
montò il primo, lo scandalo Montesi,
contro il venerabile Piccioni. Infine l’austerità, che dal 1974 ci
governa, prontamente
adottata da Berlinguer, e dal papa Polo VI alla finestra - “Affrontiamo
l’austerità con animo sereno””.
“Fanfani - Fu un innovatore in tutto, e
sempre fu sconfitto dal suo partito, dai potentati Dc. Una volta gli fecero
fare il governo per un solo giorno. Con più ragione fu avversato nel suo
partito dopo il referendum: se ne liberarono labellandolo aspirante dittatore.
Questo in parte è vero: lui si dichiarava per la purezza della razza al
tempo del Puzzone, mentre gli altri ghignavano in privato. E poi si sa che i
brevilinei vanno veloci: anche Stalin era 1,60, Lenin, Napoleone”.
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