Vasto soggetto, tutta la
nostra storia. Che per molti aspetti è ancora la storia del mondo. Gentile non fa la storia ma ne analizza il senso, ne estrae un percorso. Semplice, e
forse semplicistico, ma sicuramente vero, la sua parte: l’ascesa fu dovuta alla
tecnica, alla continua reinvenzione del modo di produzione, e anche di pensare,
che hanno favorito l’egemonia europea, economica e intellettuale. Il declino avviene
per la stessa ragione: lo sviluppo si era fatto nella competizione fra le nazioni,
la quale però a un certo punto, per i costi che è venuta ad assumere, con la
Grande Guerra, e poi definitivamente con la seconda, è diventata distruttrice.
Le “invenzioni” che fecero grande l’Europa, fino allo Stato-nazione e alla
società di massa o dei consumi, diventarono
con la Grande Guerra distruttive in grande, per la stessa ragione. “Fra popoli”
cioè “invasati dall’odio nazionalistico”.
Molto resta da dire sul declino
dell’Europa, Che è recente e recentissimo. Per la globalizzazione dell’economia
e la caduta della tensione unitaria, fenomeni coevi, di trent’anni fa. Gli
sforzi e le intelligenze messe in campo per adeguarsi alla globalizzazione sono
stati frustrati dalla caduta della tensione unitaria dopo la riunificazione della
Germania – di questa “nuova Germania” (nuova rispetto a quella di Bonn) non si
vuole parlare, e questo condanna l’Europa.
L’esercizio di Gentile resta
come un corpo delle meraviglie dell’Europa all’apogeo. Un testo corposo, in una
quarantina di capitoli. Partendo dalle 24 innovazioni o rivoluzioni, intellettuali,
industriali, politiche, che Alfred Ruselli Wallace, naturalista, zoologo, biologo, chimico, esploratore, eccetera, poteva
elencare, a ottant’anni, a fine Ottocento, in “The wonderful Century”, il secolo
meraviglioso, tre edizioni esaurire in meno di un anno: le scoperte, Copernico,
il calcolo differenziale, etc., e l’elettricità, il vapore, eccetera. La “rivoluzione
della modernità”, che lo stesso Gentile può dire “la più sconvolgente, profonda,
irreversibile e planetaria trasformazione della storia umana”. Cui Wallace trovava
un solo antecedente: la “rivoluzione migratoria” di centomila anni fa, quando i
primi gruppi umani lasciarono l’Africa centro-orientale per andare a popolare
tutte le terre emerse (tesi oggi non più tanto vera, n.d.r.). E Gentile: “Nessun
altro periodo della storia è stato altrettanto fitto e denso di esperienze
nuove, profonde, vaste, sconvolgenti, esaltanti e terribili”, una scelta curata
degli aggettivi. Una festa, per la lettura e per gli occhi – una festa di lutto,
con le lodi del defunto.
Emilio Gentile, Ascesa e declino dell’Europa nel mondo.
1898-1918 , Garzanti, pp. 460,, ill., ril. € 22
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