Effetto serra – È soprattutto
l’effetto dell’agricoltura, secondo il rapporto Onu-IPCC, Intergovernmental
Panel on Climate Change: delle coltivazioni intensive e sempre più estese, anche
se “la terra è scarsa”, per fare fronte a consumi più ampi e sofisticati, con
le crescita diffusa del reddito per effetto della globalizzazione. Al secondo
posto dopo i combustibili fossili, ma in più rapida crescita. E soprattutto
incontenibile, mentre sul consumo dei combustibili fossili si può agire col
contenimento dei consumi e le fonti di energia alternative. L’Ipcc calcola che
un quarto dell’effetto serra sia provocato direttamente dall’agricoltura. Un’incidenza
che arriva alla metà con la combustione per cucina e conservazione (raffreddamento)
degli alimenti.
Indice
– L’Indice dei libri proibiti della chiesa
di Roma puniva tutto e il contrario di tutto. Machiavelli fu messo all’Indice praticamente
ancora in vita, ma veniva commentato liberamente, e soprattutto profusamente.
Anche nell’ambito più rigorosamente obbediente al papa, per esempio tra i
gesuiti. “Le Provinciali”, l’opera antigesuitica
di Pascal, furono messe all’Indice. Ma non la loro traduzione latina, che
poteva circolare liberamente – fu messa all’Indice, invece, la confutazione di
questa traduzione latina, opera di un Vavasseur “Stubrockius”.
Nero
– “È il colore degli ebrei”, secondo Richard
F. Burton, l’orientalista: “Nelle occasioni pubbliche il Musulmano dovrebbe essere
abbigliato di grigio e quasi di nero. Il motivo per cui il nero non dev’essere
integrale è che quello è il colore degli Ebrei”. Ma “il nero era il colore
anche degli Abbassidi”, la dinastia di Bagdad. E lo è anche degli sciiti,
orfani di Alì.
È il
colore del millennio. Le riviste di moda dicono che è tornato di moda, ma ne
era uscito? Viaggiando nella metropolitana di Roma, linea A, la più affollata,
vagoni sempre pieni a Policlinico-Università, ci si sorprende, superando di
qualche centimetro l’altezza media, di vedere il vagone nero, tutti i
viaggiatori pigiati nella carrozza, in qualsiasi carrozza, vestiti di nero. Abbigliamento
comune, di routine e lavoro, non di
moda. A qualsiasi ora, quindi che siano pendolari, studenti, personale del
Policlinco o della Sapienza. Non da ora, da anni: è una moda che resiste.
Perché la moda non è più fantasia?
Sponsorizza il nero anche Donatella
Versace, titolare di una maison che
con suo fratello Gianni, il creatore, si caratterizzava per i colori lussureggianti:
“Il nero per me resta il colore” - era il colore da ultimo pure del colorista Monet, che
si recluse a dipingere “ninfee nere”.
Sembra un ossimoro, ma Donatella Versace
ne ha anche la spiegazione: “Nella lingua hindi il nero è kala, che significa tempo,eterno. Rappresenta ciò che sfugge, come
le ombre…”. Gli Hindi si vestono colorati e coloratissimi, forse perché non sono
ombre.
Populismo
– Un movimento rivoluzionario, specie in Russia
e nell’ampia galassia anarchica, tra fine Ottocento e inizio Novecento. Poi soppiantato
dall’operaismo, dopo l’avvento del bolscevismo. Ma con una connotazione molto
rivoluzionaria, sebbene respinta nella conservazione, e anzi nella reazione. Ne
è sommatoria il lungo pamphlet che A sor Rosa pubblicò in favore dell’operaismo
e contro il populismo nel 1965, “Scrittori e popolo”. Asor Rosa metteva insieme
nella condanna praticamente tutta la letteratura “impegnata”, ossia schierata a
sinistra: neo realista, resistenziale, meridionale o meridionalista, pauperistica,
pedagogica di sinistra.
In realtà Asor Rosa rifiutava la
letteratura, nel momento dell’azione rivoluzionaria. Che è un assunto del vecchio
populismo rivoluzionario tardo Ottocento - ma lo steso si potrebbe sostenere
ora del populismo: che non è becero ma fa a meno della letteratura. Inoltre
comprimeva la storia fino a dirla tutta populista: il Risorgimento, il Fascismo
e la stessa Resistenza.
Il populismo non si sa cos’è. Ma è un fantasma
di una certa sinistr, quella rivoluzionaria, “risolutiva”, da fumetto Marvel.
Che essa modella e incarna. Di volta in volta contro questo o contro quello –
non necessariamente di destra, anzi di preferenza di sinistra.
Portorico
– Le proteste che hanno portato alle
dimissioni del governatore Rossello a fine luglio sono state anche proteste
contro la colonizzazione dell’isola da parte degli Stati Uniti. Di cui Portorico
fa parte come Commonwealth, Stato Libero Associato di Portorico, i cui abitanti
hanno la cittadinanza americana, ma di fatto è passato agli Stati Uniti nella
guerra contro la Spagna nel 1898, col Trattato di Parigi, e in tale condizione
sostanzialmente è rimasto: un Commonwealth ex colonia. Dal 1917 i portoricani
hanno anche la cittadinanza degli Stati Uniti ma non votano. Non i portoricani
residenti nell’isola. Mentre possono iscriversi al voto, anche alle primarie, i
portoricani che vivono negli Stati Uniti. Che sono più dei portoricani residenti
nell’isola.
Uno status ambiguo. L’isola non è uno
Stato americano, e quindi non vota, e non ha i due rappresentanti al Senato che
ogni Stato american ha. Dal 1952 ha una propria costituzione, con un
governatore eletto localmente. Nella madrepatria americana l’isola ha solo un rappresentante,
senza diritto di voto, alla Camera dei Rappresentanti, chiamato Resident
Commissioner.
Di fatto Portorico è uno dei possedimenti
americani oltremare, con le isole Marianne Settentrionali, parte delle Samoa,
le isole Vergini, e Guam.
La manifestazioni che hanno portato alle
dimissioni del governatore Rossello, per corruzione, hanno avuto origine nel
mancato intervento di ricostruzione, dopo l’uragano Maria di fine settembre
2017, che provocò gravi danni alle colture, e alle reti elettriche e idriche.
Negli Stati Uniti gli interventi di ricostruzione post-uragani, frequenti sugli
stati del Sud, sono di norma solleciti.
Poco prima dell’uragano un plebiscito per
l’annessione totale agli Stati Uniti ebbe il 97 per cento dei suffragi. Ma votò
solo il 23 per ceno degli aventi diritto, i partiti portoricani boicottarono il
referendum con l’astensione.
Il reddito pro capite del Portorico è di
31 mila dollari, il più elevato dell’area centro-meridionale del continente
americano è il reddito pro capite dell’Italia….). Notevolmente superiore in
termini reali o di potere d’acquisto: poco meno di 40 mila dollari.
Proteine
– Quelle vegetali hanno effetti
diversi.”Narra la leggenda”, secondo Francis R. Burton, “L’Oriente islamico”,
p.83, “che, prima dei giorni del Faraone (quello di Mosè), gli Egiziani si
nutrivano di pistacchi, un alimento che li rendeva vivaci e arguti. Il tiranno,
che aveva notato che i fagioli di cui si nutriva l’asino domestico lo rendevano
molto più tonto di quello selvatico, che mangiava pistacchi, fece sradicare
tutti i pistacchi e li fece sostituire con i fagioli. In breve tempo la dieta a
base di questo legume rese tutti i sudditi grevi, massicci e codardi, buoni solo
per portare la soma”. Con effetti secondari negativi: “L’effetto principale di
una dieta a base di fagioli”, notava Burton, “è un aumento straordinario della
flatulenza nello stomaco e nell’intestino”.
Ancora oggi, i beduini nullafacenti scherniscono
i fellah, i contadini poveri,
“mangiatori di fagioli”. Questo si può
testimoniare per esperienza diretta. Quando i coloni italiani furono espulsi
dalla Libia, venticinquemila, i terreni rimasero incolti. Masse di fellah egiziani vi si riversarono,
provando poveramente e rimetterli in coltivazione. Scherniti al passaggio a Bengasi,
e sputacchiati, in quanto “mangiafagioli”.
astolfo@antiit.eu
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