domenica 25 agosto 2019

La Beresina di Balzac

Balzac sulle tracce di Ossian. Mitigato da W.Scott e Fenimore Cooper. Tra l’amore fantasmatico e l’avventura. Nella specie della ritirata della Beresina. Che poi lo prende per metà buona del lungo  racconto. Concepita e pubblicata un decennio prima della Waterloo di Stendhal, “La certosa di Parma”. Senza sconti per l’ingloriosa Armée, benché anche lui, come Stendhal, fosse fervente napoleonico.
Un racconto bizzarro. Di un ufficiale che ritrova, andando a caccia con un amico, la donna di cui si era invaghito alla Beresina, la giovane moglie arcinobile di un rimbambito generale, contessa e conte de Vandières, ora demente e per questo allontanata in campagna. Affidata a uno zio medico, nella speranza che trovi qualche rimedio. L’incontro porta al ricordo della rotta alla Beresina.
Un racconto terribile, senza riguardi. Nelle masse sconvolte in ritirata “si uccideva  per non essere uccisi”, per un niente, un tascapane, una briciola. L’Armée è una “massa di miserabili”, ladri, crudeli, selvaggi. i uccidono i cavalli per rosolarli, e si nuore di indigestione. Si affondano, per voler passare per primi, le chiatte e i pontoni appena apprestati dai genieri - che sono morti per la eroica fatica.
La catastrofe umana della ritirata dalla Russia Balzac riprenderà anche ne “Il medico di campagna”. Ma qui non convince. Dettagliato e ripetitivo, ma mai dramamatico. Per lui per primo, che inizialmente sottotitolò il racconto “Ricordi soldateschi”, poi lo incluse tra le “Études philosophiques”, appellandosi alla sua curiosità di vecchia data per la psichiatria, le sue pieghe e i suoi rimedi. Puntando sulla follia della giovane contessa salvata, poche pagine, invece che sulle lunghe pagine della rotta. Dentro le quali il conte e la contessa solo appaiono incongrui, per non dire ridicoli. Mentre negli anni intercorsi tra la rotta e il ritrovamento la contessa è solo detta “trascinata, per due anni, al seguito dell’esercito, pupattola di un mucchio di miserabili”.
Che pensarne? Balzac è sempre molto tirato via – si legge per questo, un socio-psicologo all’ingrosso? Uno studio, se proprio lo si vuole, del modo di scrivere di Balzac, un selfie critico.    
Honoré de Balzac, Addio, Rubbettino, pp. 100 € 7

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