giovedì 1 agosto 2019

La colpa di essere traditi

l Sole scende a Napoli, in giallo. A una Napoli molto napoletana, con Mergellina, buona cucina, la Madonna di Piedigrotta, il Presepe, Marechiaro, San Martino, e Capri all'orizzonte. Benché di un napoletano nato a Milano – benedetto nella culla il giorno di Natale dal cardinale Montini, che due anni dopo sarebbe diventato papa. O forse per questo: un racconto di nostalgia viva, vivente. Di una Napoli laboriosa, quale è sempre stata, e diretta. L’ispettore si chiama Scapece, come la ricetta, ed è “fiero di essere figlio di questa città”. Ma di napoletano verace, a parte il cibo, c’è solo, a metà libro, l’aneddoto del fantasma che maledì Kennedy a Napoli, quattro mesi prima di Dallas.
In questo “ritorno” compiaciuto Imperatore ambienta un assunto massimalista: che l’uomo è brutto e cattivo, e la moglie può tradirlo senza colpa – la moglie insoddisfatta fa meglio a mettere le corna che a buttarsi dalla finestra. Una lettura rivoltata del “Diavolo di Mergellina”, il dipinto commissionato nel ‘500 da Diomede Carafa, vescovo di Ariano Irpino, vescovo di Ariano Irpino (poi cardinal a Roma, di fiducia del rigido zio papa Paolo IV), contro la fattura d’amore che gli aveva scaricato Vittoria d’Avalos, “una splendida nobildonna napoletana”, un diavolo in sembianza femminile. Un omaggio – rovesciato? – a Santa Maria del Parto, la chiesa di Mergellina.
Pino Imperatore, Aglio, olio e assassino, Il Sole 24 Ore, pp. 365 € 1,99

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