Su una tela di fondo
umoristica, molti registri. Anche il lirico, in tutti i sensi: nel racconto del
titolo gli odori e gli umori portati dal vento sul lago, nella romanza del
“Werther” di Massenet, “O soffio dell’april”, il miracolo di una voce ritrovata
grazie all’amore. Con straordinarie mimesi. Di James Cain, “Il postino suona due
volte” (“Il bombardino del signor Camillo”), di Pirandello (“Dal fondo della
mia timidezza”), di Balzac (“Il pretendente Menado”). Col solito aneddoto del
fascismo macchietta (“Il povero Turati”).
Una lettura benefica, di un
narratore che ama raccontare. Basta l’incredibile erotismo de “Il bombardino”,
tra una casalinga svizzera, che lava, stira, rammenda, e l’innocente
sbarbatello perditempo figlio del padrone di casa al piano superiore. Chiara
era cultore di Casanova, ma ne sapeva di più, in (molte) meno parole.
Piero Chiara, Ti sento, Giuditta, e altri racconti
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