giovedì 8 agosto 2019

Non ci resta che Dio

“Con l’eccezione di alcuni casi aberranti, l’uomo non inclina a Dio”. Colpa di Dio. Il bene, “tutto prova la sua insostenibilità; è una grande forza irreale, è il principio che è abortito in partenza”.
Cioran rifà le bucce a Dio. Ma più alla carne:, “La carne si estende sempre più come una cancrena alla superficie del globo”. Arrabbiato come al solito. Non salva i credenti, e nemmeno gli atei: “Si fanno di Dio la stessa idea dei credenti” – “dovrebbero essere meno orgogliosi”. Senza il rigore del ragionamento, come al solito, ma provando con l’irrisione.
Che fare? Niente, “rimetterci a un altro Creatore”. Alla fine, un atto di fede: “È facile passare dall’incredulità alla fede”. Non è vero, ma lui sì, avendo fatto senza soddisfazione il cammino inverso, per l’imprinting da vecchio credente: “L’inferno, è la preghiera inconcepibile”. Perché non ci resta che Dio – “Perdersi in Dio”, privilegio dei credenti. In fatto di sette e settatori, “il solo da cui ci ripugna separarci è questo demiurgo, al quale ci legano i mali stessi di cui ci pesa ch’egli sia la causa”. Anche perché “non serve a niente sostenere che non esiste, quando i nostri stupori quotidiani sono là per esigere la sua realtà e proclamarla”. Alla fine degli “strangolamenti” non ci resta che la preghiera: “Non c’è vera solitudine che là dove si sogna all’urgenza di una preghiera - di una preghiera posteriore a Dio e alla Fede stessa”.
Con un centinaio di “pensieri strangolati”, che hanno più cultori del “demiurgo”. Cose come:
“Si è finiti, si è morti viventi, non quando non si ama più, ma quando non si odia più. L'odio conserva” Che si leggono col punto interrogativo – anche come pointes lasciano perplessi.
Che cos'è un «contemporaneo»? Uno che ci piacerebbe ammazzare, senza sapere bene come”. “La raffinatezza è segno di vitalità deficiente, in arte, in amore e in tutto”. “L’intelligenza va avanti solo se ha la pazienza di girare in tondo, cioè di approfondire”. I “biglietti della fortuna” , queli che una volta il pappagallo pescava dalla cassettina alle fiere, che ora vengono con i biscottini finali al ristorante cinese.

Emil M. Cioran, Il cattivo demiurgo, Adelphi, pp. 162 € 12

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