Tre
articoli di tre giornali di tre diversi gruppi editoriali dicono le stesse cose
di Alberto Sitoni, il regista dei “Montalbano” defunto, nello stesso ordine. Il
testo dell’agenzia Ansa probabilmente, cioè il comunicato dell’ufficio stampa
Rai. Non un accertamento nemmeno minimo, una telefonata, la lettura di
wikipedia. Dire per esempio che è il regista anche di una “Monaca di Monza”, di
un “Pinocchio” con Bob Hoskins. Oltre ad avere inventato la “Sicilia” di
Camilleri-Montalbano.
Tutto
funziona negli Usa, paghe in aumento, disoccupazione al minimo record del 4 per
cento, utili e mercati ai massimi, tassi ancora in diminuzione, il più lungo ciclo
ininterrotto di crescita della storia, 110 o 120 mesi, ma Wall Street da una
settimana vende e svende. Si dice per i nuovi dazi minacciati da Trump – prima si
era detto per il taglio Fed ai tassi, “troppo poco” (in una situazione di boom perfino eccessivo…, quasi una bolla).
Ma sono fra poco tre anni che Trump minaccia “nuovi dazi”, senza conseguenze. È
difficile dare una ragione ai “mercati”: le Borse sono strumenti di pochi.
Va
a processo il presidente della Regione Calabria Oliverio per aver finanziato
con 100 mila euro della Regione il talk show di Paolo Mieli al festival di
Spoleto 2018, in cui ha avuto un rapido “passaggio”, due minuti in immagine.
Tutto rigorosamente Pd, il talk-show, la Hdrà Talk, società produttrice intestata
a Mario Luchetti “allo stesso Mieli riconducibile”, Mieli, Oliverio, la Rai
Tre, destinazione promessa dell’intervistina. Tra Raffaella Carrà e Ennio
Fantastichini, valeva la spesa?
Il
patrocinio di Oliverio a Mieli includeva l’acquisto di 500 copie dell’ultimo
libro dello stesso. Ma il rinvio a processo non specifica se con i 100 mila euro ora
contestati o in aggiunta.
Cannonate
in batteria ogni giorno del “Corriere della sera” contro Salvini. Poi sabato Pagnoncelli
pubblica il sondaggio settimanale che porta Salvini sempre più su.
Ivan
Scalfarotto, che una volta, pochi anni fa, voleva diventare segretario del Pd, non
va a trovare la vedova del Carabiniere assassinato, a un mese dal matrimonio, va
in carcere a consolare i due assassini. In crisi di astinenza da visibilità,
ovvio. Ma questo dice lo stato del Pd: niente oltre la visibilità.
Insistono
alcune firme del “Corriere della sera”, forse alla rincorsa della scatenata “la
Repubblica”, sulle colpe dei Carabinieri nell’assassinio del brigadiere: che ci
faceva lì, perché non aveva la pistola (perché doveva averla?), eccetera. Di
uno – un carabiniere che nel tempo libero faceva volontariato, per i senzatetto
- assassinato con undici coltellate. Firme di una cronaca, la giudiziaria, che
vergine non è per definizione.
Si
moltiplicano sui giornali le false piste sull’assassinio del vice-brigadiere dei
Carabinieri a Trastevere: perché i Carabinieri non erano armati? perché erano
fuori zona? Tutte sciocchezze: i Carabinieri non vanno di solito armati, e non
ci sono “zone di indagine” – recinzioni, confini. Giusto per fare scandalismo. Dalla
parte degli avvocati.
Muore
Paolicchi, che è stato a lungo amministratore delegato della Rai, muore quando
si celebrano con paginoni decessi di figure minori della Rai, e non ha un rigo
di cronaca. Non per distrazione, perché era del partito Socialista. Vige sempre
nei media la “velina” compromissoria.
Non bastano le indiscrezioni, “la Repubblica” mette sul tavolo un carico da undici: le
testimonianze dei pusher. Incredibile ma vero: i grossi calibri della cronaca hanno scovato e proposto la verità dei pusher, Angeli, Tonacci
e Mensurati. “Testimonianze” raccolte senza contraddittorio né cautela. Il giornale,
si dirà, dello spaccio libero?
C’è
sempre una nicchia, la storia è accogliente, ma i De Benedetti tra i pusher?
Muoiono
i delfini nel Tirreno toscano da Orbetello a Viareggio, compresa l’isola d’Elba:
25 sono finiti in spiaggia nelle ultime settimane, a motivo dell’inquinamento.
Ma questo non si dice: le spiagge da Orbetello a Viareggio e oltre sono bandiere blu: vecchio riflesso condizionato
di Legambiente, anche se la costa toscana ora vota a destra.
Strage
di delfini nel primo trimestre del 2019 nel mare della Costa Azzurra francese,
soffocati dalla pesca a strascico. Che pure la Ue proibisce. Di questo non
abbiamo avuto nemmeno notizia.
Molti
soldi e molti reati, per una sorta di presunzione d’impunità, nell’agonia de
“l’Unità”, il giornale ex del Pci. Aumenti di capitale finti. Creditori privilegiati
a dispetto di altri. Moltiplicazione dei debiti – a fronte di crediti
inesigibili. Con pagamento a carico del governo, 107 milioni di euro, grazie a
una leggina di Renzi che ha sfilato il Pd dalla responsabilità in solido. Insomma,
non solo i soliti imbrogli. Ma sono cosa locale: il processo si fa a Pisa, e
non se ne parla fuori – anche a Pisa se ne sa poco.
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