martedì 13 agosto 2019

Ombre - 474


Conte rinvia, in chiave poliglotta, a Andreotti, il supermitizzato Grande Anestesista della politica – per esempio del Pci negli indimenticabili quattro anni 1976-1979, fatti di nulla, letteralmente, con ministri senza nome, gente di terza e quarta fila e di età avanzata, mentre il mondo cambiava pelle. Non c’è un motivo, una cosa specifica che rinvii a Andreotti: eppure è lui.

   
Nessun dubbio che ci sarà un governo 5 Stelle-Pd, poiché ci sono i numeri, e poiché i due partiti assolutamente non vogliono il voto ora. Potrebbe essere la fine del Pd, la sua ultima esperienza, che non ha mai governato in minoranza. Che nel nuovo esecutivo sarebbe netta: 260 deputati 5 Stelle contro 110 Pd, e 112 senatori 5 Stelle contro 56 Pd.
Sarà dura mandare un Grande Esperto 5 Stelle commissario a Bruxelles.

È a questa politica dei “due forni” che tende - tendeva? -  l’iperandreottiano Conte. Che potrebbe riuscirci, sempre al modo di Andreotti, del governo del non governo, del non fare: la Tav? il Tap? l’Ilva? Gli F-35? Hormuz?

 “Il mago della Brexit incassa 230 mila euro di fondi Ue per i suoi terreni.”. Mago, cioè oltranzista della Brexit e consigliere augusto dell’incredibile Johnson.

Si cerca perché un manager inglese in rapporto d’affari con l’Eni sia stata fatto arrestare dal Bahrein con gravi accuse, di appropriazione e corruzione, in Salento dove era in vacanza, e poi dallo stesso reame fatto rilasciare. Come se i principati della penisola arabica fossero la patria del diritto.
Fa parte della promozione immobiliare e finanziaria di questi staterelli farlo  credere, ma i giornalisti?

Si sa peraltro che in questi Stati tutto va comprato – la vera legge è la provvigione, contro nessun servizio reso: bisogna pagare tangenti su tutto, sono Stati patrimoniali secondo Max Weber, che appartengono all’emiro –al re nella “repubblica costituzionale” del Bahrein - e ai suo cari. Il manager inglese avrà mancato di pagare la tangente a qualcuno della famiglia reale.

È incredibile il numero di intercettazioni e controlli su Savoini di cui BuzzFeed dispone: il personaggio era seguito da tempo. Il che conferma che i servizi americani controllano tutti i politici, anche in Europa – al tempo di Obama controllavano pure Merkel. Ma nel caso specifico con alcune varianti saporite. Savoini è un provocatore - una spia occidentale sotto la qualifica di presidente di Lombardia-Russia. I servizi americani sono padroni di Mosca o, come è più probabile, collaborano con quelli russi.
Ma, allora, il Russiagate?

Più incredibile è che questo Savoini venga “venduto” per intercettazioni e incontri, senza però che si produca la sua corruzione, o un qualsiasi affare con la Russia. Per conto proprio o di Salvini. È un totem, buono per i grandi giornali. Una riprova che l’informazione in Italia è bacata.

Che un sito dei servizi segreti americani detti la politica in Italia probabilmente non è una novità. Ma che questo sito venga vantato come coraggiosa controinfornazione, invece che denunciato come agente della Cia, questa è una novità: di un’età senza vergogna, cioè senza legge, senza dirittura morale.

Si censiscono nell’esultanza in Sicilia e in Calabria, nei giornali,.tutti peraltro moderati e anche di destra, gli sbarchi ogni giorno (ogni notte) di immigrati clandestini sulle coste. In odio – da destra? – a Salvini. Ma gongolando che non si riesca a mettere un freno a questi sbarchi. I ragazzi africani che poi ci ritroviamo a torme a chiedere l’elemosina non contano: la “resistenza” italiana li sacrifica senza più.

C’è sempre l’atteggiamento, verso gli africani, del “povero negro”, bisognoso di protezione, cioè di un’elemosina. Non di una persona agile di mente e di corpo, di grande capacità linguistica e sintattica, di grande duttilità, suo malgrado vittima, come da sempre nei secoli storici, di razziatori e mafiosi. I “negri” non contano – sono come il pet domestico, il cagnolino,il gatto.

“Attaccato dai dem, costretto alla modifica. Il New York Times nella bufera per un titolo. La vicenda del discorso del tycoon dopo le stragi senza accennare alle armi”.  Il “tycoon” è Trump, il presidente americano. Il titolo non è del “Manifesto”, è della “Gazzetta del Sud”, giornale nostalgico, della Dc.

Per i lettori di “la Repubblica” il governo è morto lunedì sul decreto sicurezza. Poi mercoledì sulla Tav. Poi venerdì per Autostrade. Finché sabato veramente muore ma senza che “la Repubblica” lo abbia saputo in anticipo. È un modo per assottigliare gli elettori del Pd, oltre che i lettori? Bisognerebbe istituire il reato di associazione esterna in fake news.

“Un frastuono che serve a coprire le inchieste della stampa”, denuncia Marco Damilano su “L’Espresso”, di Salvini sulle spiagge. O le inchieste, non della stampa ma delle Procure, hanno stancato, e nessuno ci crede – nessuno crede che Salvini sia nella manica di Putin? Lo scandalismo ha stancato?





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