I
nuovi democristiani, e i preti che li sostengono, solo si interessano all’Interno,
ai contributi e appalti al Terzo settore, cosiddetto del volontariato.
“Il
governo giallorosso non c’è ma il totoministri si, ecco i nomi”: Franco
Gabrielli, “da sempre molto vicino a Letta e sostenuto anche da Renzi”,
eccetera. I siti, e anche i giornali, non hanno dubbi. È così che si forma un
governo, da “volenterosi”. I programmi si
faranno secondo le urgenze.
Conte,
Di Maio, oppure Fico? “Castagnetti al Pd: nel ’76 Berlinguer voleva Moro,
accettò Andreotti”. E come andò a finire Castagnetti non lo dice.
Qualsiasi
cosa pur di qualche poltrona, il Pd non sa stare che al governo: un vero partito
dem(ocristiano).
Web
in ambasce: “Il bassotto viene trovato incinta e abbandonata”. Bisognerebbe decidersi. O “incinta” e “abbandonata” sono
aggettivi femminili a prescindere?
Bisognerà
passare all’inglese, che ha già risolto.
Apre “L’Espresso”, il settimanale laico, creato
sulle ceneri de “Il Mondo”, Antonio Spadaro, il direttore de “La civiltà
cattolica”, gesuita. Non c’è più religione?
Lo stesso “Espresso” che deve criticare il papa,
gesuita, in Africa - in un lungo servizio, anomalo per il giornale ma l’unico
informativo del numero, di Mario Giro: troppo aperto su sessualità e diritti.
L’africano non è conservatore, non avrebbe senso, che ha da conservare, ma ragiona.
“Il Pd resiste e apre a Fico: «Sì a premier M5S»”
è l’apertura del “Sole 24 Ore”. Cioè a
fare da ruota di scorta, senza nemmeno il simulacro di un Conte? Resiste a chi,
a se stesso, ai suoi iscritti? La resistenza come sacrificio – o tagliarseli.
“Gioggino v’offrimo l’occasione de du’ Piddì ar
posto de uno”, è invece Zingaretti di Massimo Bucchi su “la Repubblica”,
conciso ma molto più preciso del fluviale editoriale di Scalfari, che pure se
ne intende.
Si apre la stagione (calcistica) del tiro al braccio? Non potendo tirare in porta, è un rigore assicurato – si è visto subito a Firenze. In base ai nuovi regolamenti degli arbitri, uno non sa più dove mettere le braccia. Gli arbitri, come tutti quelli che giudicano, non hanno senno?
Macron ringrazia Conte per il ruolo sulla
Libia. Per aver silurato l’ambasciatore Perrone, come da lui richiesto, e aver
aperto Tripoli al criminale di guerra Haftar? C’è in questa Europa molto di
marcio – ma forse Conte si è espresso male in francese.
“Conte, altre legnate a Salvini”, apre “la
Repubblica” trionfale domenica. Per fare un favore a Salvini? Dopo aver
governato per un anno e mezzo, quasi, presidente del consiglio italiano, grazie
a Salvini.
L’intronizzazione-beatificazione di Conte è il
fatto più strano di questa crisi politica. Si scrivono i giornali come se la
memoria fosse quotidiana. Chi era Conte, chi è?
Oppure, rivedendo gli eventi,
il governo con il Pd era in cantiere da un paio di mesi, dal ritorno di Renzi e
i no di Conte a Salvini, con appoggio di vescovi: un asse democristiano in senso proprio.
“Zingarate e dimaialate” titola Feltri il suo
“Libero”. Un titolo, si sarebbe detto una volta, forte. Ora non il peggiore: in
rete ce n’è per tutti – è l’agognato free
for all del liberismo.
Sempre a torso nudo fra una consultazione al
Quirinale e l’altra, Salvini esibisce da qualche mese il Tau biblico e
francescano, la piccola croce a forma di T: sarà per caso un terziario
francescano? L’umiltà i francescani la applicavano col bastone.
O propone la fine del Mondo? Il Tau ne è il
simbolo.
Ursula von der Leyen non è ancora a Bruxelles
ma già si programma e si vara un fondo sovrano da 100 miliardi per le imprese
europee. Quando ce n’era bisogno per il resto d’Europa no, ma quando la Germania
ne ha bisogno tutto si fa a Bruxelles.
“Conte? Fece passare leggi incostituzionali”,
Luigi Zanda, senatore Pd. E Mattarella le ha promulgate? E nessun giudice ha
obiettato (posto la questione)? E Conte sarà il presidente del consiglio
Grillo-Renzi?
Si parla in politica tanto per parlare – non
c’è politica senza polemica?
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