La crescita a tasso zero
significa, nella metodologia Istat, che tende a stabilizzare i flussi, che
l’economia è in regresso.
Sono ferme anche Germania e
Francia, i partner maggiori dell’economia italiana, con riflessi quindi negativi
sulle prospettive.
L’Europa è l’unica grande area
economica che non è uscita dal gorgo creato dalla crisi del 2007: le politiche
di stabilizzazione hanno prevalso su quelle della ripresa, con al sola eccezione
del quantitative easing deciso da
Draghi in solitario alla Bce. In termini pratici l’Europa ha adottato una
politica suicida, di bassi salari e consumi compressi – di stabilità nella
disugaglianza.
L’occupazione aumenta, ma per
la moltiplicazione del part-time. A retribuzioni dimezzate.
È un’occupazione a effetto reddito
zero (inferiore alla sopravvivenza), che quindi produce stagnazione, consumi
ridotti.
Al Sud non lavora la metà della
popolazione: il tasso di attività è il più basso dell’Unione Europea, il 54 per
cento della popolazione in età lavorativa.
Il tasso di occupazione (gli
occupati rispetto alla popolazione) supera di poco il 40 per cento: gli
occupati sono sotto i sei milioni, su una popolazione di quattordici milioni.,
Un giovane su due in età
lavorativa (17-24 anni) al Sud, Abruzzi compresi, il 52 per cento, non lavora.
Dal Duemila emigrare dal Sud due milioni di persone - al netto dei rientri, pochi.
Dal Duemila emigrare dal Sud due milioni di persone - al netto dei rientri, pochi.
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