Per altra utenza, in casa secondaria,
sempre per luglio-agosto, Enel fattura “consumi attribuiti sulla base delle letture rilevate dal distributore”, per entrambi i mesi. Quindi la lettura del
distributore è disponibile anche per agosto.
Enel vuole fatturare almeno
80-100 a bimestre, a prescindere dai consumi.
Un consumo di elettricità di x kWh
nel 2018 è stato fatturato x euro. A fronte dei quali successivamente, nei due
primi bimestri del 2019, ben 185 euro sono stati rimborsati. Con quali calcoli
si fa la bolletta? Quali garanzie ha l’utente che la bolletta sia congrua? Da
utente che pure sa leggere le fatture (di lettura impervia e quasi iniziatica) e
controlla le letture in qualche modo sui contatori.
L’acqua pubblica è più che
raddoppiata di prezzo dopo il referendum otto anni fa, nel maggio 2011. Si fa pagare
il terrorismo ecologico sulla “fine dell’acqua” – che è una scemenza. Invece di
riparare le condotte e razionalizzare le sorgenti, le prese d’acqua. Si
specula, i Comuni speculano, su una paura, invece di riparare il danno – metà
dell’acqua prelevata alle sorgenti, montagna, fiumi, laghi, si disperde nelle
tubature prima di arrivare ai rubinetti.
Si specula sull’evasione fiscale
per tassare anche la capacità di spesa. Ora il contante. Mentre l’evasione è soprattutto dell’Iva, che è già a livelli proibitivi, e si vorrebbe aumentarla. Si specula sui pagamenti in contanti per altri (piccoli) prelievi
– uno-due euro su uno o due milioni di operazioni, al giorno. Come sui
depositi, e sul risparmio.
Ci vogliono otto mesi a un
artigiano per uscire dal fisco - per finire di lavorare per il fisco. Due terzi
dell’anno. Due terzi del reddito prodotto. Ogni anno implacabile la Cna, la
confederazione degli artigiani, denuncia il sopruso, a nessun effetto.
Lo Stato preleva, attraverso
imposte, tasse e adempimenti vari, due terzi del reddito prodotto da un
lavoratore autonomo, ma con eccezioni: a Bolzano, Trento, nel Friuli, in Valtellina,
basta la metà dell’anno, poco più. A Reggio Calabria record negativo: si paga
il 69,8 per cento del reddito prodotto allo Stato, alla Regione e al Comune. Ma
anche realtà molto produttive pagano oltre i due terzi del reddito al fisco: Bologna
il 68,7, Roma il 67, Napoli il 66,7, Firenze il 66,5.
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