lunedì 2 settembre 2019

Cronache dell’altro mondo (38)

Trump vorrebbe comprarsi la Groenlandia. Un affare analogo all’acquisto dell’Alaska dalla Russia nel 1867. Il governo danese si è detto contrario – lasciando però la scelta libera agli abitanti della Groenlandia, 58 mila.
L’Alaska fu acquistata per 7,2 milioni di dollari, circa 1.230 milioni di oggi. Per la Groenlandia si parte dall’offerta che già nel 1946 gli Stati Uniti avevano avanzato alla Danimarca: 100 milioni in oro, che ai prezzi attuali del metallo corrispondono a 1.300-1.400 miliardi di dollari. Il “Washington Post” è giunto a una valutazione di 42,6 miliardi, moltiplicando il pil della Groenlandia (2,7 miliardi, al netto dei sussidi del governo danese - 700 milioni) per 21,3, il rapporto medio prezzo-utili delle società quotate a Wall Street, all’indice S&P 500. Se invece si valuta che la Groenlandia col cambiamento climatico diventa sempre più abitabile e potrebbe far emergere risorse minerarie ora inaccessibili, il rapporto più indicativo prezzo-utili sarebbe di 847, quello di Amazon, la società che più è cresciuta di quotazione, portando l’esborso a 1.700 miliardi.
“Trump si appella all’unità contro il razzismo”, titola il “New Yort Times” dopo la strage di El Paso. Hollywood e i Democratici attaccano il quotidiano. Che nella seconda edizione, quella distribuita a New York, cambia il titolo: “Attacco all’odio ma non alle armi”, senza Trump.
Purdue Pharma e la famigliak Sackler che ne è proprietaria offrono  dodici miliardi di dollari di danni.  Quelli provocati in venti anni dall’antidolorifico a base di oppiacei da loro inventato, OxyContin – subito poi copiato da altre case. Gli antidolorifici a base di oppiacei hanno causato in venti anni quattrocentomila morti – trentamila sui settantamila morti di overdose nel 2017, ultimo anno censito. Più milioni di dipendenze da stupefacenti. Effetto di un martellante marketing. Gli oppiacei sono tutti approvati dalla Federal Drug Administration, l’agenzia dei farmaci americana.

Trump dice Conte “un grande amico” e lo chiama “Giuseppi”, con la i finale. Ma questo rientra nella tradizione inglese, la tradizione alta,. Di storpiare i nomi di battesimo latini. Che Trump, l’affarista, stia andando a scuola di buona pronuncia, oxoniense?

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