Concorrerà in Calabria, dove non
prenderà un voto. In Umbria e Emilia contribuirà invece al mantenimento del Pd
al governo - ammesso che ci riesca. L’autunno si annuncia triste per Grillo, dopo la svolta: aveva, ha, la maggioranza relativa in Parlamento, ma fa da
ruota di scorta al Pd. Al Pd più debole di tutta la storia della sinistra in
Italia, specie ora con Renzi che gli fa la concorrenza.
Governava a Roma alla pari, anzi da
primo partito, con una Lega debole in Parlamento e rispettosa, e ha scelto il
Pd. Con il quale però la logica si ribalta: i 5 Stelle il Pd - quello che ne rimane, il Pd ex Pci - ritiene
transfughi da riconquistare o giovani in libera uscita da catturare. Perciò
sarà un governo senza molto rispetto per il Fondatore.
I 5 Stelle dovevano-potevano essere la
terza forza in Italia, analoga ai Verdi in Germania. Ma lo spessore culturale è
debole, e Grillo è umorale. Un po’ lui per primo sapeva di avere partorito parolai,
senza un’idea forte. Quando lui ha smesso di agitarne, per quanto confuse, tra Farage e la demodernizzazione. Socialites che hanno occupato un vuoto e nulla più.
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