È il punto della crisi italiana. I
mercati nazionali sono qualificati per fasce di reddito-mercato: Ci sono i paesi-mercato
ricchi, in Europa la Germania, la Gran Bretagna, e ci sono quelli medio bassi,
l’Italia, la Spagna. In questi paesi la crisi colpisce di più, nel senso che colpisce
fasce sociali più vaste, con una domanda asfittica di lavoro, precariato, paghe
basse. Fasce che ora, dopo dodici anni di crisi, evidentemente non hanno più
riserve.
La liquidità ancora c’è, abbondante, le
banche la conteggiano in 1.500 miliardi, cifra paperoniana, e poco utilizzata, ma divisa socialmente: i pochi ne hanno molta,
che non possono spendere, neanche se volessero, i molti ne hanno poca.
Il dato è evidente. Anche i sindacati
lo sanno e lo dicono - senza tuttavia impegnarsi. Ma è del tutto assente nell’informazione e nella politica.
Ne aveva mostrato cognizione Renzi nella prima fase del suo governo, col sostegno
al reddito, ma dopo gli 80 euro nulla è stato fatto.
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