domenica 22 settembre 2019

Macron l'incantatore

Si fanno sempre salamelecchi a Macron a Roma. Perfino sugli immigrati, contro i quali il presidente francese ha adottato, senza proclamarla, la mano dura – politica tradizionale del resto in Francia, paese di forte immigrazione (nei tardi anni 1930 contro italiani e spagnoli, benché rifugiati per lo più politici). Gli immigrati irregolari vengono setacciati uno per uno, sui treni, da Ventimiglia e da Bardonecchia, e sui sentieri in Savoia, e ributtati di peso in Italia. Non con le formalità dell’Italia: rimpatri personalizzati, con scorta, dopo i tre gradi di giudizio….
Ogni tanto Macron fa il “bel gesto”, come si dice in francese: accoglie una Ong respinta dall’Italia, o si prende sei o sette, anche dodici, immigrati sbarcati in Italia. Ma sempre di mano durissima, niente a che vedere con Salvini. Il motivo è che deve disinnescare il movimento lepenista, più duro della Lega, ma intanto fa a meno delle intese, e delle regole, europee.
Si fanno salamelecchi a un presidente che ha forzato a più riprese la mano in Libia. Contro l’Italia. E si aderisce, senza sapere ma senza se e senza ma, alla sua forza militare europea di pronto intervento. Un progetto che fallirà, in Francia non si cede un millimetro di sovranità alla Ue. Ma che Macron ha ideato e deciso senza consultarsi con nessuno, forse con Merkel.
È sempre “Parigi val bene una messa”? Da provinciali. Ora da mendicanti di “spirito europeista”.

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