venerdì 6 settembre 2019

Un governo di predestinati

Nomen omen, o un governo di predestinati? Spadafora, un nome che è un programma, un grillino democristiano. Anche Provenzano al Sud non è male. E Boccia agli Affari Regionali, dove dovrà bocciare le Regioni, le autonomie? O Guerini alla Difesa. D’Incà ai Rapporti col Parlamento non sta a dire che fa tutto il governo, le Camere non contano?
Un genietto maligno ha presieduto alla formazione del Conte 2? O è lo scherzo di una mano invisibile? Fioramonti all’Istruzione è tutto un programma. Conte, col fazzoletto da taschino a 4 punte, sale nell’Albo d’Oro della Repubblica. Oltre ai noti Costa, all’Ambiente e Tutela del Territorio e dei Mari, e Bonafede alla Giustizia, che ne ha tanto bisogno.
Nonché Mattarella – ma fuori concorso, essendo il serioso presidente della Repubblica.
La scelta di Gualtieri all’Economia e di Gentiloni alla commissione di Bruxelles, delegato alla Concorrenza e al Commercio, due politici senza cognizioni di economia, ma due “profondi conoscitori” dei meccanismi di Bruxelles, è per un’Europa concepita come la politica dell’aumme-aumme” – in qualche modo ci accordiamo. Molto democristiano, questo. Salvo portare poi a casa, come già con Prodi all’avvio dell’euro, che pure era un economista, danni non rilevati – la buona volontà non basta, e talvolta è cialtrona. 
Zingaretti, democratico, fa subito posto ai 5 Stelle - a Anna Lombardi, la più agguerrita di loro - nella sua giunta alla regione Lazio. Due debolezze fanno una forza? Certo nel Lazio non si vota, non ancora.
La sindaca di Roma Raggi non reciproca la generosità di Zingaretti. Si tiene per sé la messe di voti che ha preparato con le buche, l’immondizia, lo stadio della Roma, e l’insipienza. A cominciare dal suppletivo fra un mese mezzo per il posto di Gentiloni. A Roma Centro, che pure è - era - un feudo democrat e novista.
Tre ministri in più, otto senza portafoglio, e poche donne, nel governo all’insegna del rosso, da Grillo in là: è stata una corsa alla poltrona.
Pochi invece i ministri del Nord, otto su 21. E agli Affari Regionali un campano, Boccia, contrario le autonomie, la bandiera del Nord. Il Conte 2 è un governo votato al sacrificio, a partire dalle prossime regionali.
“È finito è il tempo degli arrivi in bici, a piedi o in taxi, rispuntano scorte e Bmw di Stato”: il governo si mette in sicurezza.
Grande cura del presidente Conte, che un tempo arrivava in taxi. La pochette a 4 punte che spunta dal taschino richiede “un piano di lavoro” complesso, spiega a “la Repubblica” Maurizio Marinella, della dinastia napoletana degli accessori per uomo.
Il presidente del consiglio in effetti non si affanna: lui i dossier non li apre, si limita alle copertine.
Realisti, come al solito, i cinesi su Di Maio, “scelta insolita”: “Non si è mai laureato, ha competenze linguistiche molto limitate, e ha mostrato scarso impegno per le questioni globali”.
Di Maio è anche noto in Cina per aver apostrofato con un Ping il presidente XI Jinping – senza l’“ahò”, però, questo è romanesco.
Si celebra col governo che si vuole rosso il calo dello spread. Toni euforici, entusiasmanti. Poi, il giorno del giuramento del governo, lo spread risale del 10 per cento. Eufemismi elaboratissimi dei cronisti Rai che nei vai appuntamenti di Borsa non possono non parlarne. L’impegno (il posto, la carriera) implica la stupidità – degli ascoltatori-lettori?



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