giovedì 5 settembre 2019

Quando il mondo finì

Si legge come un romanzo, grandioso e inverosimile, ma è un libro di storia – Cline è archeologo e storico accreditato, professore all’università George Washington a Washington. Una catastrofe poco digerita nei libri di storia, che tuttavia avvenne, non molto tempo fa, e somiglia molto a quanto sta avvenendo – si pensa o si teme stia avvenendo, nella cultura della crisi, non importa perché e in che modo, ma soprattutto lEuropa vi sarebbe esposta.
Vennero i “Popoli del mare”, di cui altro non sappiamo, una sorta di invasione extra-terrestre, extra Medio Oriente, e i regni millenari che lo popolavano crollarono. Con loro si chiuse all’improvviso l’Età del Bronzo, che si ricorda come una sorta di età dell’oro, ricca di commerci, invenzioni, leggi e ogni altro aspetto della cultura, arti applicate ed estetiche, scritture, letterature.
I Popoli del Mare misero fine ai grandi imperi in essere, noti più per i popoli coinvolti che per i nomi dei capi o padroni, i cui nomi sono conosciuti ma senza smalto, che avevano indebolito i loro imperi con continue lotte per la supremazia sugli altri. L’elenco dei popoli vittime dell’invasione è noto, è la summa della civiltà: Ittiti, Assiri, Babilonesi, Mitanni, Minoici, Micenei, Egizi, Cretesi, Ciprioti, Amorrei, Ugariti, Cananei. La fine no, il come e il perché. Ma si sa che ci fu, radicale, aprendo un vuoto nella storia – che pure si supporrebbe non tolleri il vuoto, ma se la storia non si scrive non si sa, non si conserva.
Eric H.Cline, 1177 a.C. Il collasso della civiltà, Bollati Boringhieri, pp. 271 € 24

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